L’assemblea dei soci del Gruppo Caviro ha approvato oggi a Faenza il bilancio d’esercizio chiuso al 31 agosto 2025.

Ricavi pari a 351 milioni di euro

Caviro, al vertice di una filiera di 11.500 viticoltori, ha chiuso l’esercizio 2025 con ricavi consolidati pari a 351 milioni di euro, riflettendo una razionalizzazione dei volumi sulla strategic business unit B2B e un mix maggiormente orientato alla marginalità.

L’EBITDA si attesta a 29 milioni di euro (8,3% sui ricavi), mentre l’EBIT torna positivo a 5,7 milioni di euro grazie alla normalizzazione degli accantonamenti.

Il risultato netto sale a 2,3 milioni di euro, in miglioramento rispetto agli 1,1 milioni di euro del 2024. Significativo il progresso della struttura finanziaria: la posizione finanziaria netta, infatti, si riduce passando da 80,3 a 66,5 milioni di euro con i mezzi propri in aumento a 128 milioni di euro ed un relativo miglioramento dell’autonomia finanziaria.

Gruppo Caviro che conferma il primato a livello nazionale. Dalmonte: “In un anno complesso difesa la marginalità del Gruppo”

Il Gruppo Caviro conferma il proprio primato in Italia per quota di mercato, operando lungo l’intera filiera vitivinicola con un modello integrato orientato alla qualità, alla sostenibilità e all’economia circolare.

«Lo scenario socio-politico impone una riflessione sulla ridefinizione degli equilibri globali, un cambiamento costante con cui Caviro è chiamata a confrontarsi – sottolinea Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro -. A questo si aggiungono le sfide del comparto vitivinicolo: il calo strutturale dei consumi a livello mondiale è un fenomeno complesso, che non può più essere affrontato esclusivamente attraverso la ricerca di nuovi mercati.

In un anno così impegnativo, siamo orgogliosi di aver difeso la marginalità del Gruppo. I risultati ottenuti non sono un traguardo, ma rappresentano una base su cui costruire il nuovo esercizio e affrontare i prossimi mesi di lavoro».

Vino: calano i volumi di vendita ma crescono le marginalità

Come già avvenuto nel fiscal precedente, i risultati positivi del comparto vino hanno trainato l’anno fiscale 2024-2025. Attraverso un attento controllo dei costi e alla diversificazione della propria gamma, l’azienda è riuscita a consolidare la propria quota di mercato garantendo una crescita costante dei margini pur a fronte di un calo dei volumi di vendita.

«Coerentemente con la strategia definita è stata consolidata la divisione vino in due asset – aggiunge Giampaolo Bassetti, direttore generale Gruppo Caviro -. Da una parte, Cantine Caviro, con tutti i marchi che sono la massima espressione dei soci viticoltori, da Nord a Sud. Dall’altra Tenute Caviro, nata con lo scopo di valorizzare le realtà radicate nelle aree più vocate d’Italia e sotto il cui cappello rientrano ad oggi i territori del Chianti e della Valpolicella dove il Gruppo vanta aziende di proprietà con le società controllate Leonardo Da Vinci Spa e Gerardo Cesari Spa».

Dai fine wines al nuovo volto di Tavernello

La divisione Tenute Caviro ha registrato performance eccellenti sia nel canale Horeca, consolidando la presenza nella ristorazione di alto livello e nell’hotellerie, sia nella GDO, dove il rafforzamento della distribuzione ha garantito risultati soddisfacenti.

Sul fronte del mass market, il Gruppo ha intrapreso un deciso rafforzamento del segmento daily in GDO, facendo leva sull’iconicità di Tavernello e su una strategia di diversificazione che intercetti i nuovi trend di consumo, come dimostrato dal lancio di Tavernello Spritz. Grazie ad azioni mirate al mercato e a campagne olistiche, come quelle focalizzate su Tavernello Frizzante che ha registrato performance con incrementi di vendita a volume sostanziali, si conferma la capacità di Caviro di innovare il linguaggio del vino quotidiano. In questa prospettiva, Tavernello si appresta ad affrontare nel 2026 un profondo piano di rilancio, sviluppo e comunicazione, confermandosi il brand più iconico del Gruppo.

Materia e Bioenergia

Il comparto Materia e Bioenergia del Gruppo ha consolidato la propria leadership nell’economia circolare grazie ad una serie di investimenti realizzati nell’ultimo biennio e che hanno interessato, in modo particolare, la controllata Caviro Extra.

«Nel 2025 – evidenzia Valentino Tonini, direttore generale Gruppo Caviro – sono stati portati a termine una serie di investimenti straordinari, primo tra tutti il nuovo impianto di Faenza per la produzione di acido tartarico naturale: un progetto da 20 milioni di euro che porta in Romagna una produzione d’eccellenza raddoppiando la nostra capacità di trasformare gli scarti in risorse nobili per i mercati globali.

A questo si è aggiunto, poche settimane fa, il rinnovo dell’accordo quadro tra Herambiente e Caviro Extra che estende fino al 2035 la joint venture paritetica Enomondo per il recupero di biomasse e la produzione di energia rinnovabile e fertilizzanti naturali».

Innovazione tecnologica e obiettivi ESG

L’esercizio 2024-2025 ha segnato anche investimenti tecnici nel settore vino, con un focus mirato all’efficientamento dei processi e alla transizione ecologica. Gli interventi hanno interessato asset chiave per la competitività aziendale, unendo l’innovazione tecnologica al rispetto degli obiettivi ESG.

«Abbiamo finalizzato progetti di alto profilo tecnologico – commenta il direttore generale, Giampaolo Bassetti – come l’impianto agrivoltaico avanzato, il più grande d’Italia, andato a pieno regime nel corso del fiscal, che ci consente di coniugare la tutela delle colture con l’autosufficienza energetica. Sono passi concreti verso un modello produttivo sicuro e resiliente, in linea con il nostro storico impegno nell’economia circolare, che dimostrano come l’innovazione possa tradursi in valore ambientale e sociale».