Sulle vicende che riguardano il rilevato arginale in destra Senio interviene il sindaco di Castel Bolognese, Luca Della Godenza, con una lunga dichiarazione volta a “fare chiarezza” su una situazione che negli ultimi giorni ha alimentato polemiche e interrogativi, anche alla luce degli eventi alluvionali e delle recenti piene. Il sindaco ha coordinato interventi urgenti per alleviare la pressione idraulica, aprendo un varco nell’argine destro del fiume subito dopo Tebano, in un’ansa di circa 20 ettari, con l’obiettivo di proteggere la città e favorire il deflusso delle acque. Nello specifico, si tratta di un terreno di proprietà della società agricola “Profumi di Campo”. In tutto 22 ettari coltivati fino al 2023 ad albicocche e kiwi, poi inondati dalle alluvioni. Dopo la prima alluvione, andarono persi 5 mila quintali di frutta, dal valore di oltre 350mila euro. Oggi undici dei ventidue ettari sono praticamente distrutti. Nel 2023 il Senio distrusse l’argine in più punti. Brecce di oltre 30 metri, come nella nota via Casale. Per due anni, Regione e proprietari della destra Senio hanno discusso su chi avrebbe dovuto svolgere i lavori di ripristino della barriera di terra. Nel 2025 i via libera ai lavori di ripristino, in carico ai privati. Il primo punto chiarito dal sindaco riguarda la Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata). «È fondamentale chiarire un punto: la Cila non è un’autorizzazione rilasciata dal Comune, ma un’autodichiarazione del privato», spiega Della Godenza, precisando che si tratta di un atto che deve essere presentato prima dell’avvio dei lavori e che l’ente è tenuto a verificare successivamente. Nel caso specifico, sottolinea il sindaco, «la Cila per la ricostituzione dell’argine nella situazione antecedente gli eventi alluvionali è stata presentata dal privato solo a seguito di una segnalazione dell’Amministrazione comunale che rilevava opere già realizzate, quindi a lavori già avviati».

A seguito della segnalazione e della presentazione tardiva della Cila, i tecnici comunali hanno effettuato un sopralluogo, accertando che «i lavori erano stati eseguiti in modo difforme rispetto a quanto dichiarato». Per questo motivo, afferma il sindaco, «è stata adottata correttamente un’ordinanza di sospensione dei lavori e di avvio del procedimento, come previsto dalla normativa vigente».

Successivamente, prosegue la ricostruzione, il privato ha scelto di presentare al Suap «un Permesso di Costruire in sanatoria con opere, relativo agli interventi di ripristino degli argini allo stato ante-alluvione». Una scelta che, precisa Della Godenza, «è stata una scelta, ammessa dalle norme, e compiuta dal privato volontariamente, senza che siano intervenute indicazioni da parte dell’Amministrazione».

Il sindaco tiene a chiarire un passaggio ritenuto centrale: «Non è stata rilasciata alcuna autorizzazione e il Permesso di Costruire in sanatoria non è stato ancora approvato». La pratica, infatti, «è attualmente in Conferenza dei Servizi, nei tempi ordinari di istruttoria, ed è stata trasmessa a tutti gli enti competenti, che dovranno esprimersi». «A oggi, quindi, non esiste alcuna autorizzazione rilasciata dal Comune o dall’Unione», ribadisce il primo cittadino. «Esiste una procedura in corso, sottoposta a valutazioni tecniche e istituzionali, che potrà eventualmente concludersi esclusivamente al termine dell’iter previsto».

Nella dichiarazione viene inoltre chiarito il ruolo dell’Ordinanza del sindaco di Faenza n. 120 del 25 dicembre 2025, che secondo Della Godenza «non era finalizzata a rimuovere una situazione difforme alle norme urbanistiche, ma permetteva di operare in urgenza, come consentito dal Testo Unico degli Enti Locali». Un provvedimento adottato, spiega, «per realizzare un intervento che in quel contesto drammatico poteva essere risolutivo per la salvaguardia del centro abitato di Castel Bolognese», alleggerendo la piena del fiume ed evitando tracimazioni a valle. «Che non fosse emanato in esecuzione di un’istruttoria di carattere urbanistico è provato dallo stesso contenuto dell’ordinanza», aggiunge.

Il sindaco conclude rivendicando l’operato dell’Amministrazione: «Posso affermare con nettezza che abbiamo agito nella totale correttezza amministrativa, nel rispetto delle regole e nell’interesse della comunità». E ribadisce la scelta compiuta nei giorni dell’emergenza: «Per queste motivazioni ho deciso di intervenire sul rilevato arginale a difesa dell’incolumità dei castellani come avevo promesso più volte. E lo rifarei».