«Il rischio è che le culle vuote di oggi siano le comunità fragili di domani. Serve una svolta, e il movimento cooperativo è pronto a fare la sua parte: generare lavoro, servizi, comunità. In una parola, futuro». Con queste parole il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza, apre il nuovo numero della rivista online Lettera dalla Cooperazione, diffusa in questi giorni e dedicata a un focus specifico sull’emergenza demografica.
Nascite in calo e popolazione sempre più anziana
I dati relativi all’Emilia-Romagna mostrano una situazione critica. Nel 2024 i nati sono stati 28.003, oltre il 30% in meno rispetto a quindici anni fa, a fronte di più di 50.000 decessi, con un saldo naturale negativo di -22.412. Nei primi sei mesi del 2025 la tendenza si è ulteriormente aggravata con un calo delle nascite pari all’8,4%.
Oggi gli over 64 rappresentano il 24,9% della popolazione, più del doppio dei giovani sotto i 15 anni (11,8%). La popolazione cresce solo grazie a un saldo migratorio positivo, soprattutto interno, che nel 2024 ha portato a +36.152 residenti, facendo salire il totale a 4.465.678 unità.
Dal 2000 a oggi la popolazione regionale è aumentata di oltre mezzo milione di persone grazie in larga parte all’immigrazione. Tuttavia, nello stesso periodo le donne in età fertile (20-39 anni) sono diminuite di oltre 113.000.
La “trappola demografica”
«Meno nascite oggi significano meno potenziali genitori domani, quindi ancora meno bambini in futuro» – avverte il demografo Gianluigi Bovini nell’intervista pubblicata sulla rivista. «Si parla di trappola demografica perché meno coppie, e soprattutto meno donne in età fertile, riducono il raggio d’azione per qualsiasi politica. Le proiezioni Istat per l’Italia al 2080 parlano di 13 milioni di abitanti in meno, soprattutto nelle fasce lavorative, con squilibri generazionali mai sperimentati prima».
La politica regionale e il ruolo della cooperazione
Lo scorso luglio l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità la nascita dell’Intergruppo consiliare sull’emergenza demografica. «È un segnale importante che cogliamo con favore – sottolinea il presidente Milza –. Per quanto sia fondamentale continuare ad attrarre nuovi residenti in regione, non possiamo pensare che l’immigrazione (sia interna che esterna) da sola possa risolvere questo problema. Occorre un riequilibrio, un nuovo impegno condiviso. Il sostegno alla natalità non è una questione di parte, ma una responsabilità comune che deve unire istituzioni, imprese e società civile».
E aggiunge: «Confcooperative Emilia Romagna è pronta a portare proposte concrete e una visione di lungo periodo. Auspichiamo che dall’Intergruppo nasca una consapevolezza nuova e diffusa, affinché il tema natalità caratterizzi tutti gli ambiti di intervento della Regione».
Voci e contributi nel nuovo numero della rivista
Il nuovo numero di Lettera dalla Cooperazione raccoglie anche l’intervista al presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo, che richiama la necessità di una “cabina di regia nazionale”. Intervengono inoltre le coordinatrici dell’Intergruppo regionale, Ludovica Carla Ferrari (Pd) ed Elena Ugolini (Rete Civica), la presidente del Forum regionale delle associazioni familiari, Maria Maddalena Faccioli, e diversi esempi di welfare cooperativo già attivi sul territorio.
«In questo tempo di grandi trasformazioni – conclude Milza – la cooperazione non può limitarsi a osservare: deve essere protagonista di una nuova stagione di responsabilità condivisa. Generare futuro è nel nostro DNA».
Le proposte di Confcooperative Emilia-Romagna
Confcooperative Emilia Romagna indica alcune priorità per contrastare la denatalità e sostenere le comunità locali:
Lavoro stabile e di qualità: la sicurezza occupazionale è la prima condizione per immaginare un futuro familiare.
Servizi educativi diffusi: nidi e scuole dell’infanzia vanno mantenuti anche nelle aree interne e montane, per sostenere la natalità e la vitalità dei territori.
Casa accessibile: il modello cooperativo dell’abitare può offrire soluzioni di housing sociale a misura di giovani famiglie.
Cooperative di comunità: nei piccoli comuni garantiscono servizi essenziali e presidi sociali, contrastando lo spopolamento.
Inclusione dei nuovi cittadini: integrare chi sceglie di vivere e lavorare in Emilia-Romagna è parte della risposta alla crisi demografica.
Ricostruire fiducia e legami sociali: la natalità non si governa solo con incentivi economici; serve rafforzare coesione e speranza per il futuro.














