Una catastrofe tutt’altro che imprevedibile, con tempi di ritorno dell’evento che non erano nè sui 200 nè sui 30 anni. Queste, in estrema sintesi, sono le conclusioni della prima relazione parziale redatta dagli esperti incaricati dalla Procura di Ravenna nell’ambito delle indagini per disastro colposo – al momento a carico di ignoti – sull’alluvione del settembre 2024. Ne hanno dato notizia sabato 9 agosto i due quotidiani locali, Corriere Romagna e Il Resto del Carlino, e l’Ansa.
In Procura è stato aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo, esattamente come è avvenjuto per le due precedenti alluvioni che si sono abbattute sul territorio della provincia.

Nello specifico del disastro che 11 mesi fa ha devastato Traversara di Bagnacavallo, allagato Faenza e la zona più vicina al Lamone a Brisighella, sono arrivati i primi responsi. Secondo quanto emerge dalle indagini, non trova rispondenza nella realtà l’ipotesi di un evento imprevedibile e totalmente straordinario: per il Lamone, i tempi di ritorno, secondo la relazione, sono inferiori ai 30 anni.