Un domani immaginato attraverso pittura e scultura, tra vulnerabilità e mutazione, memoria e futuro: allo Studio Neri di Faenza la nuova mostra “Possible Tomorrow” mette in dialogo due giovani artisti romagnoli in una riflessione profonda e visionaria.

A Faenza la doppia personale di Antonio Bertoni e Lorenzo Scarpellini

Sarà inaugurata sabato 21 giugno 2025 alle 17 presso Studio Neri (via Filanda Vecchia 53, Faenza), la mostra Possible Tomorrow, progetto espositivo a due voci che mette in relazione le ricerche artistiche di Antonio Bertoni e Lorenzo Scarpellini.

Lo spazio artistico indipendente e luogo di ricerca faentino ospita così un nuovo appuntamento dedicato all’arte contemporanea, attraverso un’esplorazione della condizione umana in un futuro immaginato, incerto e poetico.

La mostra si colloca in un immaginario color ecru, tra luce e ombra, aridità e rinascita, interrogando ciò che resta dell’umanità in un mondo trasformato, segnato da crisi climatica e mutazioni culturali.

Il dialogo tra le opere: intimità, relitti e trasformazione

Antonio Bertoni (Faenza, 1999), pittore figurativo, impiega prevalentemente il colore nero per sondare l’intimità e la fragilità del corpo umano. Le sue figure silenziose, disilluse, affondano nella tradizione pittorica occidentale, richiamandone la compostezza formale, ma proiettandola in un tempo sospeso, dove il volto e la carne raccontano ciò che resiste dello spirito umano.

Lorenzo Scarpellini (Ravenna, 1994) lavora invece su un immaginario post-umano, tra resti e metamorfosi. Con una pratica artistica sostenibile e un forte senso ecologico, realizza opere in ferro, calce, carbone e terre naturali, evocando paesaggi desolati in cui natura e macchina si fondono, e la trasformazione si compie in lente mutazioni.

Nel loro dialogo artistico, Bertoni e Scarpellini compongono una visione complessa e potente del futuro: un mondo ferito, ma non privo di bellezza, dove la materia grezza e le mani ostinate degli artisti continuano a creare e resistere.

Una performance musicale per dare suono alla terra arsa

Alle 18.30, la mostra sarà accompagnata da una performance musicale di Alceste Neri, che con suoni minimali ed elettronica stratificata interpreterà l’atmosfera evocata dalle opere.

Una “terra secca, dura e arsa dal sole” prenderà vita attraverso il suono, restituendo, come scrive Filippo Maestroni nel testo critico dell’evento, la visione di «profeti di terribili futuri laddove erculei putti emergono da cupi blob di petrolio e creature zoomorfe brucano alla ricerca degli ultimi germogli di verità».