Zohran Mamdani ha vinto le primarie del Partito Democratico per scegliere il candidato a sindaco di New York, battendo Andrew Cuomo, membro di una delle famiglie più importanti dei Democratici del paese. Il video della sua campagna elettorale parla dei carrettini che vendono cibo preparato secondo le tradizioni islamiche in città, Mamdani parte dalla premessa che lo street food a New York sia diventato carissimo e cerca di scoprire perché, intervistando i venditori a bordo dei carrettini: un minuto e mezzo da manuale.
Zohran Mamdani è un deputato statale di New York, di trentatré anni, mussulmano. I suoi genitori sono indiani: suo padre è un importante docente universitario, sua madre è la regista e produttrice Mira Nair (Salaam Bombay, Mississippi Masala, La famiglia Perez). Il video sul cibo halal è pieno di elementi utili a capire perché ha vinto queste primarie: c’è lui, che è simpatico, sorridente, brillante, rassicurante. Nei moltissimi video che ha prodotto e diffuso durante questa campagna elettorale non è apparso mai collerico, infuriato; al contrario, gioca con la telecamera, parla con la bocca piena, si prende in giro. Non è mai sarcastico, né provocatorio, non inneggia al conflitto. Il tema centrale della sua campagna: il costo della vita. L’inflazione e i prezzi sono stati tra le questioni più decisive alle ultime presidenziali. Mamdani stesso ha raccontato di aver capito dopo la vittoria di Trump, parlando con tante persone che avevano votato per lui, che quella dei costi era la priorità assoluta dei suoi concittadini.
Mamdani non ha cercato di fare una campagna elettorale che parlasse di tutto, ha preferito un taglio concretissimo e originale: parlando di street food e di affitti e non di oligarchie e capitalismo. Ha promesso di rendere gratuiti i trasporti pubblici di New York per i suoi abitanti, come gli asili nido e le scuole per l’infanzia; di aumentare il salario minimo a 30 dollari l’ora; di bloccare l’incremento degli affitti a prezzi calmierati e di aprire supermercati gestiti dalla città con beni essenziali a prezzi molto bassi. La sua campagna è stata intensissima e Mamdani è stato infaticabile: è andato ovunque e ha parlato con tutti, si è fatto venire cento idee diverse, era costantemente in giro a dare interviste e parlare con le persone, anche in contesti imprevedibili e “senza rete”. Ha promesso di investire nella costruzione di oltre duecentomila – un numero incredibile – appartamenti da mettere in affitto a prezzi calmierati; e quando gli hanno chiesto come farà, ha raccontato di aver cambiato idea rispetto al passato e di trovare molto utile il coinvolgimento dei costruttori privati.
Mamdani si era candidato per vincere e non per fare testimonianza, che era appassionato all’idea di cambiare le cose più di quanto fosse affezionato a una purezza ideologica che può piacere a chi è già convinto, ma non fa breccia sull’elettorato. E quindi, tentando di restare coerente con se stesso, ha guardato alle opinioni delle persone di cui stava chiedendo il voto e sulla base di queste ha scelto quali battaglie enfatizzare e quali smorzare, su quali tirare dritto e su quali cercare un compromesso. Ha voluto allargare la sua coalizione e includere chi non la pensa come lui, senza pretendere test di purezza ideologica o accusarli di essere arrivati solo adesso.
Ci sono tante lezioni per il Partito Democratico americano dentro questa storia. Il valore di avere proposte davvero radicali sui temi che stanno più a cuore alle persone e il senso di smorzare quelle più impopolari. L’importanza di avere un leader carismatico, autenticamente nuovo e dalle straordinarie capacità comunicative. Il valore di sapersi prendere dei rischi e di avere un candidato infaticabile e coraggioso, che va ovunque e parla con tutti. Una lezione anche per la politica italiana!
Tiziano Conti
Foto Wikipedia di Dmitryshein – Opera propria