L’8 ed il 9 giugno siamo chiamati ad esprimerci su cinque referendum, quattro dei quali riguardano il tema del lavoro. Questi i temi dei referendum: disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutela crescenti, norme sui licenziamenti individuali, disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

A cosa puntano questi quattro referendum? Il primo ad abrogare le norme sui licenziamenti che consentono di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo se è stato assunto dopo il 2015, il secondo a sopprimere il tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, il terzo ad eliminare alcune norme sull’utilizzo dei contratti a tempo determinato, il quarto mira ad aumentare la responsabilità dell’imprenditore committente in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali.

Le voci del Sì e del No

Quali i pro ed i contro ai quattro quesiti? Nel primo referendum, secondo i promotori, la vittoria dei sì renderebbe più omogeneo il trattamento di tutti i lavoratori dipendenti, per contro, chi sostiene il no, ritiene che in tal caso si ritornerebbe alla legge Fornero con la riduzione a 24 mensilità del massimale nel caso di licenziamenti individuali senza motivazioni sufficienti.

Nel secondo, in caso di licenziamento illegittimo in una piccola impresa, sarebbe il giudice a stabilire la misura del risarcimento. I promotori del si ritengono che i lavoratori godrebbero di una tutela risarcitoria più consistente, mentre i sostenitori del no ritengono che il giudice potrebbe stabilire indennizzi troppo elevati per le piccole imprese, scoraggiando nuove assunzioni.

Il terzo referendum, in caso di vittoria del sì, comporta che in futuro nei contratti di lavoro a termine sia sempre indicata una causale. Ciò avrebbe come conseguenza, per i sostenitori del sì, una riduzione del precariato dei lavoratori. Per i sostenitori del no la limitazione del ricorso ai contratti a termine avrebbe come conseguenza un effetto disincentivante sulle assunzioni, soprattutto di giovani.

Nel quarto si chiede di estendere alle imprese appaltanti la corresponsabilità solidale con il committente in caso di infortunio. Da una parte si ritiene di indurre le aziende committenti ad una maggiore attenzione sulle condizioni dei lavoratori delle imprese appaltatrici e di scoraggiare il lavoro nero. Dall’altra sussiste la convinzione che in tal modo si richieda al committente una competenza che non possiede, con la conseguenza di assistere ad una riduzione delle attività in subappalto.

I referendum costituiscono una domanda di impegno sociale e politico dei cattolici in Italia. L’impegno dei cattolici nella società ed in politica, come è emerso durante la Settimana Sociale di Trieste, è un tema cruciale per la storia e la vita politica italiana. La Settimana Sociale dei Cattolici si è concentrata sul tema “Al cuore della democrazia”, con l’obiettivo di riflettere sull’importanza della partecipazione alla vita pubblica e sulla responsabilità dei cattolici nella costruzione di una società più giusta. 

Anche i referendum sui quali siamo chiamati a esprimerci i prossimi 8 e 9 giugno rientrano in questo ambito di responsabilità che richiede ai cattolici di essere responsabilmente partecipi in questo dibattito su temi importanti quali l’etica del lavoro, i lavoratori, le loro famiglie e il ruolo delle imprese.

Flavio Venturi, incaricato Pastorale sociale e del lavoro

26 maggio 2025