Una giornata di primavera, un sentiero che si arrampica sulle montagne di gesso della Vena romagnola, e il desiderio condiviso di non lasciar spegnere i riflettori su Zattaglia e un territorio che porta ancora i segni profondi delle tante alluvioni subite negli ultimi anni. Il 18 maggio scorso si è svolta una camminata sul Monte Mauro che ha unito natura, consapevolezza ambientale e spirito comunitario. Tra i partecipanti anche Irene Garavini, 27 anni, giovane residente a Zattaglia, che ci ha raccontato la sua esperienza.
Un’iniziativa che ha unito natura, storia e sensibilizzazione ambientale
«È stata una giornata molto bella – racconta Irene –. Abbiamo camminato per circa quattro ore, partendo dal bar di Zattaglia fino all’eremo di Monte Mauro. Con me c’erano anche il mio ragazzo e i nostri cani. Durante il percorso, una guida ci ha illustrato i segni lasciati dall’alluvione: frane, dissesti, terreni crollati. Abbiamo capito meglio la fragilità ma anche la bellezza di questo territorio, fatto di gesso e storia». L’iniziativa, patrocinata dall’Unione della Romagna Faentina e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, ha rappresentato non solo un’occasione per riscoprire la natura locale, ma anche per stimolare un’attenzione nuova verso una zona ancora in grande difficoltà. «Con noi c’erano persone da Riolo, Imola, Casola Valsenio… è stato bello vedere che qualcuno da fuori è interessato a quello che viviamo qui», dice Irene.

Originaria di Riolo Terme, Irene ha scelto di vivere stabilmente a Zattaglia negli anni della pandemia, in una casa sistemata con pazienza e amore. «Da giovane volevo vivere in città, ma poi ho rivalutato le cose. Qui ho il mio spazio, i miei animali, e grazie allo smart working posso lavorare senza dovermi spostare ogni giorno. È una scelta di vita che oggi rifarei». Ma la situazione a Zattaglia è ancora complessa. «Gli argini sono stati puliti, ma molte strade sono ancora ghiaiate, difficili da percorrere, soprattutto per chi vorrebbe venire qui in bici o da turista. Quando piove forte, il rischio frane è sempre presente. Per fortuna i vicini si aiutano subito, ma il disagio resta».
È nato anche un comitato per la Valle del Sintria proprio per mantenere viva l’attenzione pubblica sulle criticità della zona e sollecitare interventi urgenti, soprattutto lungo la strada che da Zattaglia porta a Brisighella, ancora oggi inagibile. Dalla camminata, Irene si porta a casa un messaggio semplice ma potente: «Spesso si cerca il bello lontano, si va all’estero… ma abbiamo luoghi meravigliosi proprio qui vicino. Questa giornata mi ha fatto venire voglia di conoscere meglio ciò che mi circonda». Un messaggio che suona come un invito a tutti: a rallentare, a camminare, ad ascoltare il territorio. Perché la rinascita di una valle passa anche da qui.
Samuele Marchi