“C’è troppa violenza nel mondo, c’è troppa violenza nelle nostre società”. Lo ha detto Leone XIV incontrando oggi i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che un anno fa hanno animato l’Arena di Pace a Verona: “I ragazzi e i giovani hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco. E prima di tutto hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento”.
Il Papa ha incoraggiato l’impegno “dal basso” dei movimenti popolari che “con la creatività e genialità che nascono dalla cultura della pace, state portando avanti progetti e azioni al servizio concreto delle persone e del bene comune.
Il cammino verso la pace richiede cuori e menti allenati e formati all’attenzione verso l’altro”, ha spiegato, ribadendo che “la strada che porta alla pace è comunitaria, passa per la cura di relazioni di giustizia tra tutti gli esseri viventi. Quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni”.
“Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace”, ha poi aggiunto Leone XIV nel discorso ai movimenti e alle associazioni dell’Arena di Pace. “Ci rendiamo sempre più conto che non si tratta solo di istituzioni politiche, nazionali o internazionali, ma è l’insieme delle istituzioni – educative, economiche, sociali – ad essere chiamato in causa”, ha spiegato il Papa, citando l’enciclica Fratelli tutti.
“Il Vangelo e la Dottrina Sociale sono per i cristiani il nutrimento costante di questo impegno; ma al tempo stesso possono essere una bussola valida per tutti”, ha proseguito: “Perché si tratta, in effetti, di un compito affidato a tutti, credenti e non, che lo devono elaborare e realizzare attraverso la riflessione e la prassi ispirate alla dignità della persona e al bene comune”. Infine l’esortazione: “Vi incoraggio all’impegno e ad essere presenti: presenti dentro la pasta della storia come lievito di unità, di comunione, di fraternità”.
E un auspicio: “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, nella fiduciosa speranza che essa è possibile grazie all’amore di Dio, riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo”.