Dopo  cinque anni, il fotoreporter Lorenzo Tugnoli , il 23 aprile è tornato a S. Agata atteso da oltre cento persone, tant’è vero che per accedere alla Sala della Comunità dove si svolgeva l’incontro, occorreva la prenotazione. Lorenzo Tugnoli è nato a Lugo nel 1979, ma è vissuto a S. Agata con la sua famiglia fin dal 1984 quando si era trasferito con la madre Rosalba Dionigi  ed i nonni materni in una villetta di Via Bachelet. Qui, fra alterni spostamenti, ha mantenuto la sua residenza fino al 2014. Ora è iscritto all’A.I.R.E.(Anagrafe Italiani Residenti all’Estero).

La vita di Lorenzo Tugnoli

Dopo aver frequentato con ottimo profitto le Scuole Elementari e Medie a S. Agata ed il Liceo Scientifico a Lugo, scelse la facoltà di Fisica presso l’Università di Bologna. Lorenzo si definisce un autodidatta, perché dopo aver studiato Fisica, ha scoperto da solo l’arte del fotografo, ha studiato moltissimo gli scatti di fotografi famosi ed il loro metodo di lavoro, viaggiando e collaborando con loro,  ma anche lo studio della fisica gli è stato molto utile nella fotografia. Appena ha iniziato a viaggiare, è nato il suo interesse per il Medio Oriente: Palestina, Siria, Yemen, ha vissuto anche a Kabul. Ed ecco, nel 2020,  a circa 40 anni dalla sua nascita, in poche ore  il suo nome ha fatto il giro del mondo. Infatti, ha vinto il premio Pulitzer per la fotografia “Feauture Photography” per il 2019, il riconoscimento mondiale più ambito per qualsiasi fotogiornalista. Ha lavorato a lungo in Medio Oriente mettendo a repentaglio la propria vita pur di documentare scene quotidiane di realtà martoriate,  talvolta ignorate dalla politica e dai media di mezzo mondo. Lorenzo Tugnoli, si sente romagnolo a tutti gli effetti ed è ancora in contatto con molti amici santagatesi fra i quali l’ex  sindaco Enea Emiliani, Tommaso Calabrese  e Pier Luigi Zanotti. Ha collaborato e collabora con testate giornalistiche internazionali . Nel mese di maggio 2020,  giunto a Lugo per riabbracciare la famiglia, fu invitato a Ravenna a raccontare la sua attività di reporter  e poi a S. Agata. Qui, confidò le sue impressioni, i  sogni nel cassetto ed i prossimi progetti  a lungo termine.   Questa volta, invece, il 23 aprile, aveva un altro compito, illustrare in anteprima, ai cittadini dei nove Comuni della Bassa Romagna, i contenuti della la mostra realizzata con le sue fotografie “Fa che sia un racconto”, insieme alla curatrice e ricercatrice Francesca Recchia, con la direzione creativa di Diego Segatto. Le rare immagini che raccontano il conflitto israelo-palestinese raccolte da Tugnoli a partire  dalla fine di ottobre 2023, senza censure o manipolazioni, sono esposte all’ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo, ma anche per rendere omaggio all’illustre fotografo santagatese, la mostra è stata presentata in anteprima a S. Agata. Egli ha tenuto a sottolineare che la parola, l’articolo giornalistico non sempre corrispondono all’immagine che è un documento importante e veritiero. Si tratta del delicatissimo tema  della veicolazione delle informazioni. I mezzi di comunicazione di massa “fanno finta di raccontare la guerra “. La mostra dunque, presenta “un’inedita riflessione sulle complicità, i vuoti, le manipolazioni”. La mostra, hanno aggiunto  Francesca Recchia e Giovanni Barberini per conferma all’autore, richiama i valori della Resistenza rendendoli attuali. “La libertà si difende anche con lo sguardo e l’immagine”.

Armanda Capucci