Trentadue anni dopo il diploma, gli ex alunni della 5ª B del Liceo Scientifico Torricelli- Ballardini di Faenza si sono ritrovati per una cena che ha riacceso ricordi, emozioni e gratitudine.

Ritrovarsi dopo 32 anni dalla maturità

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Venerdì 9 maggio scorso, sedici ex studenti della 5ª B del Liceo Scientifico Torricelli di Faenza si sono ritrovati per una serata speciale, a ben trentadue anni dalla maturità, conseguita nel 1993. A partecipare, anche un compagno collegato in streaming, segno dei tempi e della volontà di esserci comunque.

«Non è stata solo una cena – racconta Roberta Centolani, l’ex compagna che ha curato l’organizzazione – ma come entrare in una macchina del tempo. Ci siamo rivisti uguali a come eravamo allora, solo con qualche capello bianco in più. Sembrava la cena di fine anno, come se quella mattina ci fossimo appena salutati sui banchi».

Nel 1993 erano in 24. Oggi sono imprenditori, artigiani, comunicatori, e tra loro figura anche il sindaco di Faenza, Massimo Isola. Il clima della serata è stato quello di una rimpatriata di anime, più che di semplici ex compagni.

Il ricordo degli insegnanti e lezioni che hanno lasciato il segno

Accanto ai ricordi condivisi e alle risate, non è mancato un momento di riconoscenza verso quegli insegnanti che hanno segnato la crescita del gruppo: la professoressa Sassi, Iside Cinatti e Nevio Bedeschi.

«Ci hanno cresciuti con pazienza – ricordano gli ex studenti – anche quando non eravamo proprio adolescenti modello. E spesso sono andati oltre i programmi scolastici, aprendoci all’attualità e ai grandi temi, quelli che ci toccavano da vicino».

A distanza di decenni, quelle lezioni si sono tradotte in scelte di vita, impegni pubblici, responsabilità professionali. Ma soprattutto, in un legame umano che non si è mai spezzato.

Quando una classe resta nel cuore

Più che un evento nostalgico, il ritrovo della 5ª B è stato lo specchio di ciò che può nascere tra i banchi di scuola quando una classe è coesa e quando i docenti riescono a far breccia, non solo nelle menti ma anche nei cuori.

«Una classe, quando è buona, non si dimentica – concludono – neppure dopo 32 anni».