Fulmine a ciel sereno tra le fila del centrodestra faentino: Stefano Bertozzi, capogruppo a Palazzo Manfredi per Fratelli d’Italia, ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale, annunciando anche il suo addio alla politica. Bertozzi si è sempre contraddistinto per il suo attivismo, in sede di consiglio comunale, in particolare su temi legati al bilancio dell’amministrazione e alla ricostruzione post alluvione e la corsa alle amministrative 2026 perde così uno dei protagonisti annunciati. Lo abbiamo incontrato per approfondire le ragioni che l’hanno portato a fare un passo indietro.

Intervista a Stefano Bertozzi ex capogruppo Fratelli d’Italia

Bertozzi, quando è maturata questa scelta?

Da ormai qualche mese stavo riflettendo sulla possibilità di farmi da parte, per ragioni di carattere personale e politico. Tutto è nato con le ultime elezioni regionali, quando ho cercato la candidatura all’interno del mio partito, per portare in Regione le istanze del territorio della Romagna Faentina, legate soprattutto alle alluvioni. Fin da subito, una parte di Fratelli d’Italia ha frapposto degli ostacoli alla mia candidatura, che è stata tenuta in sospeso per oltre un mese. Ho quindi avuto meno tempo a disposizione per svolgere la campagna elettorale rispetto al competitor interno Ferrero, non ho avuto accesso alle liste degli iscritti provinciali e non ho potuto battere il territorio di Ravenna. Ci sono stati insomma sgarbi poco piacevoli, attraverso i quali la dirigenza provinciale di Fratelli d’Italia non si è dimostrata equa, nei confronti dei candidati. L’ho però accettato così come ho preso atto del risultato elettorale, che mi ha visto rimanere fuori dal consiglio regionale, sennò avrei rassegnato le dimissioni subito dopo le elezioni.

Cosa l’ha spinta dunque ad abbandonare la politica?

La mia candidatura ha portato dei voti determinanti a Fratelli d’Italia, con il partito che ha raggiunto il 24% a Faenza e il 30% negli altri comuni della Romagna Faentina e dunque mi aspettavo dal consigliere eletto un’attenzione decisamente maggiore per un territorio che ha sofferto tanto, a causa dei ripetuti eventi alluvionali mentre invece non è stato così.

Non c’è stato dunque un confronto con lei, nonostante le 2.666 preferenze raccolte in provincia di Ravenna?

Assolutamente no, non sono nemmeno stato inserito tra i membri permanenti del direttivo provinciale di Fdi. Mi aspettavo sicuramente più supporto da parte di Ferrero e di tutta la dirigenza ravennate, nel portare avanti battaglie importanti per la Romagna Faentina, legate alla ricostruzione post alluvione. Io ho presentato tre esposti, in merito, alla Procura della Repubblica ma, da parte del mio partito, non c’è stato alcun sostegno, nemmeno per dare maggior risalto mediatico alla mia azione. I temi dell’alluvione, anche nel campo del centrodestra, sono stati affrontati solo durante la campagna elettorale, in modo demagogico e questo mi ha profondamente deluso. Davanti a tanti cittadini, preoccupati per i ritardi nei lavori di ripristino, che mi chiedevano risposte ho iniziato a provare frustrazione e mi sono trovato davanti ad un bivio: accettare un compromesso al ribasso o fare un passo indietro. Ho preferito quest’ultima scelta anche perché, marginalizzato dal mio stesso partito, ho perso peso politico anche in consiglio comunale a Faenza e la mia azione rischiava di essere sempre più inefficace.

Come poteva incidere maggiormente il centrodestra nel dibattito relativo alla ricostruzione post alluvione?

Ci sono troppe risposte non date per quanto riguarda le opere di messa in sicurezza e la delocalizzazione, che rischia di lasciare spopolato il territorio, soprattutto collinare ed essere realizzata a spese dei cittadini. Questi temi andavano messi, con forza, al centro dell’agenda politica del centrodestra e ciò non è stato fatto.

Il centrodestra può essere in grado di scardinare l’egemonia del centrosinistra, in ambito locale?

Il centrodestra ha tutte le carte in regola per essere un’alternativa seria di governo ma non con questa dirigenza provinciale. Per essere vincenti bisogna cambiare, creare una classe dirigente credibile e smettere di arroccarsi su posizioni ormai superate, adottando quelle logiche “bulgare” che ho sempre imputato al Pd e che dunque non posso certo accettare dal mio partito.

Ci sono margini per un ripensamento, magari militando in un’altra forza politica?

Escludo di poter entrare a far parte di un altro partito. Sono un uomo di destra, che si riconosce ancora in Fratelli d’Italia a livello nazionale ma non a livello locale, dove con questa dirigenza che si è dimostrata scorretta e sleale, per me non c’è più spazio. Non escludo un riavvicinamento, in futuro, a questo partito, se dovesse cambiare la dirigenza provinciale e ci fosse la disponibilità a riaccogliermi.

Nessuna marcia indietro nemmeno se dovesse chiamare un consigliere che stima come Padovani, in ottica amministrative 2026?

In consiglio comunale a Faenza ho trovato degli amici, tra cui ci sono sicuramente Padovani e Cavina. Non c’è nessun veto ad offrire il mio supporto perché la politica rimane una mia grande passione ma a livello personale. Non ho ambizioni politiche, al di fuori di Fratelli d’Italia.

Da osservatore allora, come vede le amministrative faentine del 2026?

Innanzitutto spero che non venga approvata la modifica al testo unico sugli enti locali, per cui basterebbe il 40% dei voti al primo turno per eleggere il sindaco, nei comuni con più di 15mila abitanti. Questo vorrebbe dire infatti consegnare Faenza e gran parte della Romagna al Pd per l’eternità, condannando il centrodestra all’irrilevanza politica. Comunque, le elezioni faentine saranno sicuramente in salita per l’opposizione, in difficoltà nel trovare una sintesi unitaria, anche perché alcuni membri stanno cercando accordi politici, per un ritorno nelle file della maggioranza. A mio avviso, se il centrodestra vuole essere competitivo deve proporre una candidatura civica, che possa portare un valore aggiunto ed essere sostenuta, con forza, da una coalizione seria ed unita, con un programma credibile e centrato su contenuti concreti.

Samuele Bondi