Rappresentano il 27 per cento del collegio cardinalizio
L’America si presenta al prossimo Conclave con 37 cardinali elettori, suddivisi tra Nord America, America Centrale e America del Sud. Una rappresentanza significativa, pari al 27 per cento del collegio, che riflette la vitalità e la complessità ecclesiale di un continente segnato da realtà profondamente diverse: dalle Chiese istituzionalmente strutturate del Nord alle comunità missionarie e in contesti di minoranza del Centro e Sud America.
Gli Stati Uniti e il Brasile si confermano tra i Paesi con il maggior numero di elettori, mentre emergono figure provenienti da esperienze pastorali vissute in territori segnati da sfide sociali, culturali e spirituali. L’età media è di quasi 72 anni.
America del Nord. Il Canada
I cardinali elettori del Nord America offrono un ampio spettro di profili ecclesiali, segnati da esperienze pastorali, accademiche e curiali. Il Canada è rappresentato da quattro porporati: Michael Czerny (1946), gesuita, già prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha dedicato la sua vita alla promozione della giustizia sociale e alla difesa dei migranti; Thomas Christopher Collins (1947), arcivescovo emerito di Toronto, ha guidato la diocesi dal 2007 al 2023 con particolare attenzione alla formazione teologica; Gérald Cyprien Lacroix (1957), arcivescovo di Québec, primate del Canada, è noto per il suo impegno missionario e pastorale; Frank Leo (1971), arcivescovo di Toronto, è stato segretario generale della Conferenza episcopale canadese.
Gli Stati Uniti d’America
Negli Stati Uniti i cardinali elettori sono 10: Kevin Joseph Farrell (1947), già prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, è stato camerlengo di Santa Romana Chiesa; Wilton Daniel Gregory (1947), arcivescovo emerito di Washington, primo afroamericano a guidare l’arcidiocesi della capitale; Raymond Leo Burke (1948), già prefetto della Segnatura Apostolica, è considerato tra i principali esperti di diritto canonico; Blase J. Cupich (1949), arcivescovo di Chicago, è impegnato in una pastorale attenta alle sfide della società contemporanea;
Daniel Nicholas DiNardo (1949), arcivescovo emerito di Galveston-Houston, ha presieduto la Conferenza episcopale degli Stati Uniti; James Michael Harvey (1949), arciprete emerito della Basilica di San Paolo fuori le Mura, è stato a lungo al servizio della Curia romana; Timothy Michael Dolan (1950), arcivescovo di New York, è noto per il suo dinamismo comunicativo e la difesa della libertà religiosa; Joseph William Tobin (1952), arcivescovo di Newark, redentorista, è stato impegnato nella vita religiosa e nella pastorale dei migranti; Robert Walter McElroy (1954), vescovo di San Diego, ha mostrato grande attenzione ai temi della giustizia sociale e dell’ecologia; Robert Francis Prevost (1955), già prefetto del Dicastero per i Vescovi, è stato missionario in Perù e vescovo di Chiclayo.
Il Messico
Il Messico completa la rappresentanza nordamericana con due cardinali: Carlos Aguiar Retes (1950), arcivescovo di Città del Messico, ha promosso il dialogo interreligioso e l’impegno sociale, oltre al forte legame con la devozione alla Vergine di Guadalupe; Francisco Robles Ortega (1949), arcivescovo di Guadalajara, è noto per la sua attenzione alla pastorale familiare.
America Centrale
I cardinali dell’America Centrale testimoniano la vitalità di comunità spesso in minoranza ma profondamente radicate. Álvaro Leonel Ramazzini Imeri (1947), vescovo di Huehuetenango (Guatemala), si distingue per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e delle popolazioni indigene e dei migranti ; Chibly Langlois (1958), vescovo di Les Cayes (Haiti), primo cardinale del suo Paese, ha promosso il dialogo in un contesto segnato da gravi crisi sociali;
Juan de la Caridad Garcia Rodriguez (1948), arcivescovo dell’Avana (Cuba), ha lavorato per il rafforzamento della presenza ecclesiale nell’isola; Leopoldo José Brenes Solórzano (1949), arcivescovo di Managua (Nicaragua), ha accompagnato con fermezza la sua Chiesa in un contesto politico complesso di attacchi alla Chiesa e vere e proprie persecuzioni.
America del Sud
I cardinali sudamericani esprimono una pluralità di esperienze pastorali, sociali e accademiche. Dall’Argentina provengono 4 elettori: Víctor Manuel Fernández (1962), già prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, teologo vicino a Papa Francesco; Ángel Sixto Rossi (1958), arcivescovo di Córdoba, gesuita, ha maturato un ministero vicino agli emarginati; Mario Aurelio Poli (1947), arcivescovo emerito di Buenos Aires, ha guidato l’arcidiocesi succedendo a Jorge Mario Bergoglio; Vicente Bokalic Iglic (1952), vescovo di Santiago del Estero, ha operato nella pastorale giovanile e sociale.
Il Brasile è rappresentato da 7 cardinali: João Braz de Aviz (1947), già prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata, ha promosso il dialogo nella vita religiosa; Odilo Pedro Scherer (1949), arcivescovo di São Paulo, è attento alla formazione e alla dottrina sociale; Orani João Tempesta (1950), arcivescovo di Rio de Janeiro, ha organizzato la Giornata Mondiale della Gioventù del 2013; Leonardo Ulrich Steiner (1950), arcivescovo di Manaus, è impegnato nella tutela dell’Amazzonia; Sérgio da Rocha (1959), arcivescovo di Salvador de Bahia, ha guidato la Conferenza episcopale brasiliana e relatore generale al Sinodo sui giovani del 2017;
Jaime Spengler (1960), arcivescovo di Porto Alegre, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), ha lavorato nella formazione del clero e nella pastorale sociale; Paulo Cezar Costa (1967), arcivescovo di Brasília, è noto per il suo impegno con i giovani e per l’attenzione al dialogo nella Chiesa e tra le istituzioni.
Altri porporati dal Sudamerica
Completano il quadro sudamericano: Fernando Natalio Chomalí Garib (1957), arcivescovo di Santiago del Cile, impegnato nella trasparenza ecclesiale, è esperto di bioetica e attento alle questioni sociali e all’inclusione;
Luis José Rueda Aparicio (1962), arcivescovo di Bogotá, protagonista nel processo di pace e riconciliazione colombiano; Luis Gerardo Cabrera Herrera (1955), arcivescovo di Guayaquil, è alla guida della Conferenza episcopale ecuadoriana, attivo nel dialogo e nelle iniziative sociali nei quartieri marginali; Adalberto Martínez Flores (1951), arcivescovo di Asunción, primo cardinale del Paraguay, con un forte profilo pastorale e sociale nella difesa delle persone più fragili; Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio (1950), arcivescovo di Lima, capitale del Perù, noto per la sua preparazione e studi teologici, ha promosso una Chiesa sinodale e vicina ai poveri.
Daniel Fernando Sturla Berhouet (1959), arcivescovo di Montevideo in Uruguay, promuove una Chiesa missionaria e “in uscita” nel Paese sudamericano più laico, dove i cristiani sono in grande minoranza.
Riccardo Benotti (Agensir)