Il 13 maggio scorso è scomparso a 90 anni Pepe Mujica, già presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015: una vita intera spesa per gli ultimi, i poveri, gli emarginati, i diseredati, i dimenticati. Mujica è stato un rivoluzionario, un progressista radicale. Un ex guerrigliero torturato per anni sotto la dittatura uruguaiana, che non ha mai rinnegato la lotta per la giustizia sociale. Un uomo che ha vissuto e governato con una coerenza che oggi appare quasi provocatoria. La sua sobrietà non era folklore, bensì il rifiuto consapevole della logica del consumo, del privilegio, del potere vissuto come dominio. E la politica non era carriera: era servizio, conflitto, scelta.

Per anni ha vissuto in stato di quasi povertà, donando il 90% del suo stipendio a Ong e alle persone in situazione di povertà, una sua ossessione. Perché così credeva che dovesse essere un leader prima di tutto: un esempio. Da presidente ha governato con visione e coraggio. Ha legalizzato la cannabis non per spirito liberal, ma per togliere potere alle narcomafie, ha difeso la libertà delle donne, soprattutto quelle povere, ha approvato il matrimonio egualitario perché l’amore e la dignità devono essere liberi e consapevoli. Ma soprattutto, Mujica ha portato avanti una politica economica profondamente redistributiva. Ha aumentato il salario minimo, sostenuto la contrattazione collettiva, promosso politiche pubbliche attive per l’occupazione. Ha affrontato il mercato senza servilismo, dialogando con imprenditori non per cedere, ma per difendere i lavoratori.

Credeva in un socialismo pragmatico, popolare, radicato nel presente. Rifiutava gli slogan vuoti e non ha mai abbandonato la critica al capitalismo e al colonialismo. Ha parlato spesso della felicità come fine della politica. Una visione in cui il benessere si misura nella giustizia, nella dignità, nella libertà collettiva. Non mancherà solo all’Uruguay e all’America Latina. Mancherà al mondo che ha provato a cambiare e ispirare, lasciando un’impronta che resterà a lungo indelebile, In tempi difficili come quelli odierni, Mujica ci lascia una domanda in sospeso: a cosa serve il potere se non a migliorare la vita delle persone?

Tiziano Conti
Foto Wikipedia di Pablo Valadares/Câmara dos Deputados

Pepe Mujica Wikipedia