Cresce l’allarme per le frodi digitali e telefoniche in Emilia-Romagna: nel 2024 i casi registrati sono aumentati del 15% rispetto all’anno precedente. Gli anziani restano le vittime più vulnerabili, ma i raggiri si fanno sempre più sofisticati, coinvolgendo falsi operatori, loghi contraffatti e richieste ingannevoli di dati personali.
Dati in crescita e nuove tecniche di frode
La Polizia Postale dell’Emilia-Romagna ha diffuso i dati relativi al 2024, confermando un aumento preoccupante delle truffe online: i casi trattati sono stati 18.714, con un incremento del 15% rispetto ai 16.325 dell’anno precedente.
Nonostante il numero di persone indagate sia rimasto stabile attorno alle 3.500, le somme sottratte hanno registrato un’impennata del 32%, passando da 137 a 181 milioni di euro.
Nell’ultimo anno, il centro regionale ha condotto 1.644 indagini, portando a 22 perquisizioni, 5 arresti e 250 denunce. Tuttavia, il numero reale delle persone truffate è probabilmente superiore, poiché molti, per vergogna o per l’entità contenuta delle perdite, scelgono di non sporgere denuncia.
Le truffe più comuni: i falsi messaggi istituzionali. Nel mirino soprattutto gli anziani
Particolarmente odiosi sono i raggiri telefonici rivolti agli anziani, a cui vengono raccontate storie drammatiche riguardanti parenti coinvolti in incidenti o bisognosi di interventi chirurgici urgenti. L’obiettivo è spingerli a consegnare denaro o oggetti preziosi a finti incaricati.
Sempre più frequenti anche i tentativi di accesso illecito a dati personali, come numeri di carte di credito, codici fiscali, documenti utili per la creazione di identità fittizie o per manipolare posizioni previdenziali.
Il caso del finto messaggio Inps
L’ultima truffa segnalata nella nostra provincia riguarda un messaggio ingannevole via e-mail o WhatsApp, contenente il logo contraffatto dell’Inps. Il testo invita a inviare dati personali in seguito a presunte mancanze nella dichiarazione dei redditi. Oltre agli errori grammaticali presenti, è bene ricordare che l’Inps non gestisce pratiche fiscali e non invia comunicazioni simili.
Analogamente, sono stati segnalati messaggi apparentemente provenienti da banche, gestori telefonici o fornitori di energia, Amazon, Ebay, in cui si richiedono codici, IBAN o altri dati con la scusa di una verifica urgente.
Recenti episodi hanno coinvolto anche finte chiamate a nome dell’Asl Romagna – smentite ufficialmente dall’ente sanitario – per presunte prestazioni sanitarie.
I consigli per difendersi dalle truffe
In caso di telefonate sospette per la sottoscrizione di contratti, è opportuno chiedere sempre nome e codice identificativo dell’operatore, per poter verificare con il gestore la veridicità della proposta.
Mai fidarsi dei recapiti forniti nei messaggi ricevuti: meglio contattare direttamente l’azienda tramite i canali ufficiali. Non bisogna avere fretta di rispondere: meglio fermarsi, riflettere e chiedere conferma.
Tutte le truffe accertate devono essere denunciate alle autorità competenti.
Iniziative sul territorio: Federconsumatori e Spi in campo
Per far fronte all’aumento delle truffe, Federconsumatori, in collaborazione con lo Spi della provincia di Ravenna, sta organizzando assemblee pubbliche rivolte in particolare a pensionati e cittadini.