Molti i momenti di preghiera, condivisione e fraternità vissuti dai 400 ragazzi della Diocesi a Roma per il giubileo degli adolescenti.

Dal passaggio delle Porte Sante alla fraternità

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La Basilica di san Paolo Fuori le Mura

Non solo i funerali di papa Francesco. Sono tante le esperienze vissute dai giovani nella tre giorni romana tutta dedicata a loro. Centrali i passaggi sotto le Porte Sante, tra cui quello della Basilica di San Paolo Fuori le Mura, che ha colpito Marianna 17 anni. «Dopo un pò di fila siamo riusciti ad entrare – racconta -. L’attesa ci ha ripagati. Il momento più emozionante è stato l’attraversamento della Porta, uno dei motivi per cui siamo venuti a Roma. Un improvviso silenzio religioso in quel tratto, per poi rientrare in chiesa e osservare lo stupore e la meraviglia delle persone e la splendida basilica». Quello che più ha colpito i ragazzi è stata l’opportunità di condividere l’esperienza con i pellegrini di tutto il mondo. «La più grande gioia – racconta Amerigo, 16 anni – è stata la condivisione con gli altri giovani. Mi sono sentito parte di una grande comunità accogliente». Non è mancata la fatica, dovuta alla concentrazione dei tanti turisti, alla difficoltà nella gestione trasporti e alle notti trascorse a dormire sui pavimenti di grandi fiere o palestre. «La fatica più grande è stata quella di gestire la stanchezza fisica – aggiunge – ma grazie agli splendidi momenti vissuti insieme e alle profonde celebrazioni è passata in secondo piano. La stessa fatica, che ripaga, è condivisa anche da Arianna 16 anni. «Dopo questi giorni di Giubileo mi porto a casa le attese: durante il viaggio, gli spostamenti e le interminabili file. Attese che sono servite per farci sentire ancora di più il significato delle celebrazioni e dell’essere a Roma. Se ci sono state delle difficoltà, si sono trasformate in gioia». L’opinione di Arianna è condivisa anche da Edoardo 23 anni, uno dei tanti catechisti e accompagnatore dei ragazzi. «L’esperienza è stata molto emozionante – ricorda -, essendo anche la prima occasione per stare con i miei ragazzi in un pellegrinaggio vero e proprio. Li ho visti contenti e pieni di vita – aggiunge -. Spero che sia rimasto in loro qualcosa come è successo a me». Glenda, catechista di Granarolo racconta: «Siamo riusciti a creare un bel gruppo, ben amalgamato, nonostante la differenza di età. Un momento forte di avvicinamento alla fede non solo per gli adolescenti, ma anche per noi educatori».

Lisa Berardi