Saranno 135 i cardinali elettori, con l’Europa ancora in testa per numero di partecipanti. Cresce il peso di Asia, Africa e Americhe. Età media di 72 anni. L’80 per cento dei porporati è stato creato da papa Francesco

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Tra i cardinali, Europa dominante. Italia Paese con maggior numero

Saranno 135 i cardinali elettori chiamati, a partire dal 7 maggio, a eleggere il 267° successore di Pietro. Si tratta del numero ufficiale stabilito alla vigilia del Conclave, al netto di eventuali defezioni personali per motivi di salute. L’Europa, con 53 membri, mantiene una posizione predominante, pari al 39 per cento del collegio, ma il Conclave del 2025 si annuncia come il più universale della storia recente. Cresce il peso delle giovani Chiese di Asia e Africa, mentre l’America si conferma una realtà dinamica e variegata, capace di interpretare le sfide della modernità. L’Italia continua a essere il Paese con il maggior numero di elettori: 17 cardinali, pari al 12,6 per cento del totale. Seguono gli Stati Uniti, con 10 elettori, e il Brasile, con sette. A livello continentale, dopo l’Europa si collocano l’Asia con 23 elettori (17 per cento), l’Africa con 18 (13,3 per cento), l’America del Sud con 17 (12,6 per cento), l’America del Nord con 16 (11,8 per cento) e l’Oceania e l’America Centrale con quattro elettori ciascuna (3 per cento).

Sono 108 quelli creati da Bergoglio

Un collegio rinnovato. Il collegio si presenta profondamente rinnovatol’80 per cento dei cardinali elettori (108 su 135) sono stati creati da papa Francesco. Solo 22 portano la firma di Benedetto XVI e cinque quella di Giovanni Paolo II. Il collegio rispecchia l’evoluzione geografica ed ecclesiale impressa durante il pontificato di Francesco, con una maggiore rappresentanza di Chiese emergenti. L’età media dei cardinali elettori si attesta attorno ai 72 anni, in linea con quella dei conclavi precedenti. Il più giovane ha 45 anni, mentre il più anziano ne ha 79. Entrambi potranno votare, poiché l’esclusione avviene solo al compimento degli 80 anni. Va ricordato che, pur essendo 135 i cardinali aventi diritto al voto, alcuni — come ad esempio Antonio Cañizares Llovera, emerito di Valencia, di cui si ha notizia — hanno fatto sapere che potrebbero non partecipare per motivi di salute.

Africa, presenza equilibrata

Un Conclave planetario. Un dato curioso riguarda la distanza geografica: il cardinale che arriverà da più lontano proviene dall’Oceania, precisamente da Melbourne. È la dimostrazione della portata realmente planetaria del Conclave. Nonostante il piccolo numero di elettori (solo quattro), l’Oceania testimonia la presenza cattolica ai confini estremi del mondo abitato. Anche la distribuzione territoriale offre spunti interessanti. Alcuni Paesi europei, come Belgio, Croazia, Bosnia, Lituania, Svezia, Serbia, Olanda e Ungheria, saranno rappresentati da un solo cardinale. Una situazione che evidenzia l’ampia diffusione geografica della Chiesa anche in contesti di minoranza. In Asia spiccano le Filippine e l’India, mentre in Africa la presenza è più equilibrata, suddivisa tra diversi Paesi in rapida crescita demografica ed ecclesiale.

Pluralità di voci

Il calo europeo. L’Europa, che rappresenta oggi il 39 per cento del collegio, registra una significativa diminuzione rispetto ai conclavi precedenti: nel 2005 i cardinali europei erano circa il 50 per cento degli elettori (58 su 115), salirono al 52 per cento nel 2013 (60 su 115). È il segno di una Chiesa che, senza rinnegare le proprie radici storiche, riconosce con realismo il baricentro missionario spostarsi verso il Sud e l’Est del mondo. Il prossimo Conclave sarà segnato da una pluralità di voci: dall’America Latina alle periferie africane, dalle metropoli asiatiche agli antichi centri europei. Sarà questo mosaico di esperienze ecclesiali e culturali, sotto l’azione dello Spirito Santo, a guidare l’elezione del nuovo Pontefice. Una scelta che, ancora una volta, sarà chiamata a parlare a tutto il mondo.