Formare esperti nella gestione dei rischi naturali per rendere il territorio più sicuro e resiliente: è questo l’obiettivo dei due percorsi di Alta Formazione che si svolgeranno a Faenza nei locali di Faventia Sales, promossi dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna. Un’iniziativa che si inserisce nel più ampio accordo firmato tra Regione Emilia-Romagna e Unibo, volto alla prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologici, sismici e ambientali.

Alta formazione per un territorio più resiliente

Dal 3 al 16 aprile, nei locali di Faventia Sales si svolgerà l’iniziativa di Alta Formazione “Gestione dei rischi naturali per un territorio resiliente – Resilient2risk”, promossa dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, rivolta ai laureati di secondo livello in possesso di fondamenti sulle tematiche di rischio idraulico, idrogeologico e sismico.

L’obiettivo è formare professionalità in grado di promuovere una gestione resiliente del territorio soggetto a rischi naturali e antropici. Le aree tematiche sono: estremi idrologici e rischio idraulico; rischio idrogeologico: sistemi arginale e frane; rischio sismico; monitoraggio del territorio da piattaforma satellitare in relazione ai rischi naturali; sistema giuridico in relazione ai rischi naturali; impatti sui settori industriale, pedologico, agricolo e forestale, su sistemi di trasporto e infrastrutture stradali.

Le giornate del 3, 4, 10 e 11 aprile saranno aperte anche ai professionisti iscritti all’Ordine degli Ingegneri e all’Ordine dei Geologi; è previsto il riconoscimento di crediti formativi professionali.

Maggiori informazioni sul sito: https://eventi.unibo.it/resilient2risk-2025.

I temi delle quattro giornate formative

Nel dettaglio, ecco i temi delle quattro giornate, che si articoleranno sempre fra le 9 e le 17.30.

Giovedì 3 si parlerà di “Estremi idrologici e rischio idraulico”; venerdì 4 il tema sarà “Rischio idrogeologico: sistemi arginali”.

I due ultimi appuntamenti sono in programma per la settimana successiva: giovedì 10 si parlerà di “Rischio sismico” e giovedì 11 di “Rischio idrogeologico: frane”.

Un nuovo corso post-lauream a Faventia Sales, al via a settembre 2025

Sempre promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, da metà settembre a metà dicembre 2025 presso i locali di Faventia Sales si svolgerà un Corso di Alta Formazione (CAF) per la “Gestione dei rischi naturali per un territorio resiliente”.

La durata del CAF (un corso post-lauream, con riconoscimento di crediti formativi universitari, che si prefigge un perfezionamento o un approfondimento specialistico) sarà di circa 100 ore di didattica in modalità ibrida: oltre alle lezioni teoriche in classe, sono previste visite pratiche in campo, coinvolgendo enti pubblici e privati. è previsto un numero massimo di circa 30 partecipanti.

La Direzione Scientifica del Corso sarà curata dalla Prof.ssa Serena Ceola, con il supporto delle colleghe e dei colleghi Prof. Nicola Buratti, Dott. Davide Donati, Dott. Alessandro Lambertini, Prof. Claudio Lantieri, Prof.ssa Michela Marchi, Dott.ssa Federica Ricci.

«La scelta di Faenza quale sede del Corso è emblematica, rappresentando il luogo simbolo dei recenti eventi alluvionali che l’hanno colpita quattro volte nell’arco di 18 mesi tra maggio 2023 e ottobre 2024», dichiara la prof.ssa Serena Ceola.

Il ruolo di Faventia Sales e il sostegno degli enti locali

«Per noi è importante che la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, in sinergia con la Regione Emilia Romagna, sviluppi Corsi di Alta Formazione sulla difesa idraulica a Faenza – dichiara Luca Cavallari, presidente di Faventia Sales. – Penso sia importante che il nuovo accordo quadro, firmato dal presidente De Pascale e dal rettore Molari, per mettere in sicurezza la nostra regione parta proprio da Faenza e da queste aule che hanno toccato con mano l’alluvione del maggio 2023.

Ci tengo a ringraziare in particolare il Prof. Cozzani, la Prof.ssa Ceola e il Prof. Lantieri per aver organizzato il corso e ai partner che ne hanno permesso la fattibilità: Fondazione Flaminia, Con. Ami., Return e il Comune di Faenza.

Credo che questa pluralità di soggetti che si sono messi insieme per formare figure professionali che progettino e realizzino la sicurezza idraulica del nostro territorio sia un ulteriore passo nella direzione giusta e che possa farci dormire notti più tranquille. Oltre ai già presenti Corsi di infermieristica, logopedia, enologia e chimica, ora anche ingegneria porta un suo corso a Faventia Sales, che è in grado di offrire spazi e supporto logistico e organizzativo a Unibo. Siamo fieri che il Polo universitario faentino si ingrandisca sempre più».

Regione e Unibo, nuovo patto contro le alluvioni

Nei giorni scorsi dunque Regione Emilia Romagna e Università di Bologna hanno firmato un accordo quadro per fare fronte al dissesto idrogeologico dei territori regionali.

L’accordo ha l’obiettivo di instaurare una collaborazione fra i due enti con uno scambio costante di informazioni e dati su previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi naturali, nonché degli impatti diretti sulle attività agricole, industriali e sulle infrastrutture critiche. «Ringrazio l’Università per questo “patto”: siamo certi che l’ateneo metterà in campo tutte le sue forze e le sue capacità – ha dichiarato Michele de Pascale, presidente della Regione – E noi come Regione faremo la nostra parte per rendere l’Emilia-Romagna uno terra più sicura e resiliente».

Accordo RER Unibo 28 marzo 2025

«Fin dalla prima alluvione, il nostro ateneo ha messo a disposizione le proprie competenze – ha aggiunto il rettore Giovanni Molari – C’era un problema di immediata gestione dell’emergenza. Oggi abbiamo esigenze diverse: occorre disegnare un percorso dl medio-lungo periodo a 360 gradi con interventi per contenere i problemi.

La rapida evoluzione della crisi climatica e la vulnerabilità dei nostri territori ai rischi naturali richiedono nuove strategie e nuove risposte. L’Ateneo di Bologna metterà più di prima le sue competenze al servizio del territorio, per proteggere le nostre comunità e le attività economiche dalle conseguenze del cambiamento climatico».