“La preghiera per il Papa è un bellissimo affresco dell’unità della Chiesa. Pur nelle diverse sensibilità e nella diversità dei ruoli, ci troviamo tutti insieme, come fratelli, a pregare per il nostro pastore. Questa è la cosa più importante di tutte”.

Mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, è tra i pochi collaboratori ammessi a far visita a Papa Francesco al Gemelli. Anche per questo conosce ancora di più il valore della preghiera che in questi giorni si eleva per il Santo Padre. Non solo un gesto di affetto, ma un segno di comunione ecclesiale.

Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Eccellenza, tutto il mondo sta pregando per la salute di Papa Francesco. È una preghiera che esprime il legame profondo tra il popolo di Dio e il suo pastore?
Stiamo assistendo in questi giorni a un’attenzione davvero speciale per la salute del Papa, da ogni parte del mondo, e questa vicinanza si esprime in modo particolare attraverso la preghiera.

Per noi credenti, infatti, la preghiera non è un gesto rituale ed esteriore, ma è una relazione viva con il Signore che, nel Suo amore, ci rende fratelli tutti e ci apre alla compassione e alla solidarietà reciproche. In questo senso, la preghiera di questi giorni esprime l’affetto per Papa Francesco e il riconoscimento dell’importanza della sua figura e del suo ministero.

Il Papa ha sempre chiesto di pregare per lui e ora, nella prova della malattia, è lui stesso a essere sostenuto dalla preghiera della Chiesa. Qual è il significato di questa reciprocità nella fede e come la preghiera diventa segno concreto di vicinanza?
Tutti noi ricordiamo come un momento straordinario la sera di quel 13 marzo di dodici anni fa, con una Piazza San Pietro gremita che è esplosa di gioia all’annuncio dell’elezione ma, subito dopo, proprio su richiesta del Papa che si era appena affacciato, rimase in silenzio a pregare per lui e benedirlo.

Oggi, mentre Papa Francesco è provato dalla malattia, quella piazza è di nuovo gremita, con tanti fedeli che ogni sera si radunano a pregare il Rosario guidato da coloro che sono i fratelli del Papa e i suoi più stretti collaboratori, cioè i cardinali.

Lei ha fatto visita al Pontefice in questi giorni di ricovero…
Quando ho potuto incontrarlo durante le visite che ho fatto al Gemelli insieme al Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, il Santo Padre ha espresso tanta riconoscenza per queste iniziative di preghiera e penso che sia per lui un grande segno di consolazione che il Signore gli sta regalando.

Domenica scorsa, all’Angelus, il Papa ha detto: “Avverto nel cuore la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore”. Come leggere queste parole alla luce della sua testimonianza di fede nella malattia?
Portando nel corpo i segni della fragilità e della malattia, come ogni essere umano, il Papa desidera essere ancora una volta un testimone del Vangelo, e per questo annuncia la presenza amorevole del Signore che si prende cura di noi e non ci lascia soli nel momento della prova.

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È un messaggio di speranza per quanti sono provati dal dolore?
Si tratta di una testimonianza che incoraggia e sostiene tutti coloro che si trovano nella sofferenza e rinfranca il loro cuore. Il Papa che tante volte nel suo Magistero ci ha richiamati alla misericordia e alla tenerezza del Signore, anche nel momento della malattia vuole ricordarci che il Signore si prende cura di noi e non ci abbandona mai.

La preghiera per il Papa, oltre a essere un atto di affetto e di intercessione, può diventare anche un’occasione di rinnovamento spirituale per la Chiesa?
Quando viviamo momenti di prova, esperienze di sofferenza e situazioni in cui tocchiamo con mano la nostra fragilità, iniziamo a renderci conto di quanto sia importante, nella nostra vita, dare il giusto peso a tutte le cose.

Accade dentro di noi come una potatura del cuore che ci fa ritornare alle cose essenziali, e impariamo a essere meno aspri, più flessibili, più concilianti, meglio disposti ad aprirci agli altri. In questi momenti siamo più capaci di lasciare ciò che ci divide e di unirci agli altri per portare insieme ciò che ci affligge e per condividere un pezzo di strada.

È un momento di prova che può rafforzare la comunione ecclesiale e il senso di responsabilità di ciascun credente?
La preghiera per il Papa è un bellissimo affresco dell’unità della Chiesa. Pur nelle diverse sensibilità e nella diversità dei ruoli ci troviamo tutti insieme, come fratelli, a pregare per il nostro pastore. Questa è la cosa più importante di tutte.

Riccardo Benotti – Sir