Pubblichiamo di seguito l’omelia tenuta dal vescovo Mario durante la messa del mercoledì delle Ceneri del 5 marzo
L’Omelia del vescovo della Diocesi, monsignor Mario Toso
Cari fratelli e sorelle,
«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2 Cor 6,2). Oggi iniziamo il cammino quaresimale, il percorso che ogni anno la Chiesa ci fa vivere per risvegliare in noi il dono e la chiamata del Vangelo del Signore.
Oggi inizia «un cammino di vera conversione», come ho pregato a nome vostro nella Colletta: nessuno di noi è già arrivato alla meta, nessuno di noi può considerarsi perfetto. Ognuno di noi, esaminandosi profondamente alla luce del Vangelo, può scorgere i propri limiti e le proprie fragilità. Gesù chiama per nome la radice dei nostri limiti e peccati: il bisogno di essere totalmente autonomi rispetto a Dio, il segreto desiderio di essere al posto di Dio per bastare a noi stessi, il bisogno di essere ammirati, lodati, come se fossimo dèi; in poche parole, la superbia individualista che riduce gli altri, compreso Dio, al proprio tornaconto. Ecco perché nel Vangelo che abbiamo ascoltato, il Signore ripete più volte l’esigenza di tornare nel «segreto», nel dialogo intimo, personale, interiore, con il Padre, per riscoprire che noi siamo strutturati a tu rispetto al Padre, che il nostro spirito è aperto intrinsecamente a Lui, e che Egli è più intimo a noi più di quanto non lo siamo a noi stessi (cf Agostino, Le Confessioni, III,6,11). Se non riusciamo a scendere in profondità nel nostro spirito e non percepiamo l’intima unione che ci lega a Dio, nostro Padre, rischiamo di vivere estranei o stranieri rispetto a noi stessi.
La Quaresima è l’occasione per lasciarci riconciliare con Dio (cfr. 2Cor 5,20), per tornare a dargli il giusto posto nella nostra vita, ovvero il centro. Se, infatti, Dio non è al centro della nostra giornata, delle nostre scelte, dei nostri desideri, dei nostri progetti, la nostra vita, anche se piena di tante cose, in realtà è poca cosa, è pressocché vuota. Per questo la Quaresima ci fa spogliare di tante cose, ci chiede di rinunciare alla sazietà del cibo, alla distrazione senza misura dei social e della televisione, ci fa chinare umilmente il capo, ci ricorda che siamo polvere. La Quaresima ci mette a contatto con la nostra piccolezza, facendoci vedere che senza il Signore non possiamo fare granché. Siamo piccoli come un pugnetto di cenere, all’interno di un vasto universo. Eppure, il Signore è morto e risorto per essere con noi, per costituirci famiglia sua. Seppure deboli, siamo resi forti dal suo amore. Convertiamoci e crediamo a Lui! Gioiamo nell’essere suo popolo amato che grida al mondo quanto Egli è buono e misericordioso.
Ecco la conversione a cui siamo invitati, in modo particolare in questo anno giubilare che ci vedrà pellegrini a questa Basilica Cattedrale: «non è la stessa cosa camminare con Cristo o camminare raramente, o quasi mai, con Lui e la sua comunità. Non è la stessa cosa adorare, riposare in Lui o non poterlo fare. Non è la stessa cosa vivere con un vago ricordo di Cristo o essere veri missionari, che non smettono mai di essere discepoli che camminano con Lui, respirano con Lui, pregano Lui, con i propri fratelli e sorelle», come ho scritto a tutta la Diocesi nel mio messaggio per la Quaresima (Mario Toso, Messaggio per la Quaresima 2025).
Un’ultima sollecitazione che vorrei lasciarvi è la dimensione catecumenale della Quaresima. Storicamente, questo tempo è nato proprio per formare, accogliere, introdurre nella Chiesa i catecumeni – ovvero coloro che desiderano diventare cristiani – per ammetterli a celebrare nella Veglia di Pasqua i sacramenti che ci rendono adulti nella fede (Battesimo – Confermazione – Eucaristia).
In questo nostro tempo, nel quale sta emergendo la necessità di investire risorse pastorali nell’accompagnamento serio e costante di queste persone, la nostra Diocesi ha scelto di proporre un Direttorio diocesano per coordinare e uniformare la prassi pastorale. Lo ricordo perché questa nuova sfida pastorale, non è un’opportunità solo per il parroco, o per l’Incaricato del Settore catecumenato, ma per tutta la comunità, per la Diocesi intera. Tutta la comunità accompagna i catecumeni, e mentre li introduciamo nella fede e nella vita della Chiesa, noi stessi ci riscopriamo discepoli, bisognosi in ogni età della vita del Vangelo, della misericordia del Padre.
Ne siamo certi: «Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo» (Cfr. Gl 2,18) perché Dio ci ama e non è distante da noi. Il Signore è costantemente con noi, «fino alla fine del mondo», ma siamo noi che molte volte non siamo con Lui. Ritorniamo a Lui con tutto il nostro cuore, con fiducia e sicurezza, perché Egli ci aspetta con impazienza d’amore per abbracciarci, per baciarci. Percorriamo la via della Quaresima che ci porta alla Pasqua di Cristo, a Colui che si incarna, muore, risorge ed è sempre veniente nella nostra vita personale e comunitaria. La Quaresima sia tempo di scelte coraggiose, di lotta forte alla separazione da Cristo e dalla sua Chiesa, sia tempo di fierezza, di conversione vera alla comunione con Lui e con i nostri fratelli e sorelle. Crediamo e convertiamoci al Vangelo. Rinnoviamo il nostro cammino di fede, anche con pratiche di preghiera, digiuno e l’elemosina
+ Mario Toso