Un museo virtuale all’interno del quale ci si può muovere con il proprio avatar e ritrovare immagini e canzoni di 30 anni di Mei a Faenza. Sta crescendo sempre più il progetto del Museo digitale della musica indipendente, un’iniziativa lanciata a settembre scorso da Audiocoop guidata dal patron del Mei, Giordano Sangiorgi e realizzata con fondi ministeriali. Attraverso l’app è possibile muoversi nelle varie stanze del museo, a forma circolare, e rivedere poster degli artisti che sono passati dal Mei di Faenza all’inizio delle loro carriere: Afterhours, Bluvertigo, Ermal Meta, Diodato, fino ai Maneskin e, in ultimo, a Lucio Corsi. “Un traino, anche turistico, per vivere il Mei 365 giorni l’anno” l’ha definito Giordano Sangiorgi.
Il museo riproduce anche la piazza di Faenza dove si sono esibiti negli scorsi anni gli artisti. Un modo per raccontare il Mei attraverso nuovi linguaggi e la gamification, ossia percorsi interattivi in cui l’utente può muoversi come fossero videogiochi. Il progetto è stato realizzato con professionisti del settore come il project manager Giacomo Cascone, Marco Bertini e il 3d artist locale Luigi Falcone. «Oggi – sottolinea l’assessora Simona Sangiorgi – è importante valorizzare tra i giovani spazi indipendenti anche nei settori creativi e culturali. Il museo e il Mei vanno in questa direzione».