«È giusto interrogarsi sul fenomeno. Dal punto di vista educativo, se questa musica è il principale nutrimento musicale dei nostri giovani, abbiamo un problema. Quale mondo, quali modelli, quali stili di vita propone? La trap music esalta la criminalità, riporta comportamenti aggressivi legati a stupefacenti e pornografia, atteggiamenti sessisti e misogini, volgarità, ostentazione del lusso». Così il professore Cosimo Alvati, docente di Teoria e tecniche del suono all’Università Pontificia Salesiana di Roma, che insegna anche Musiche e cultura giovanile. «E poi c’è il denaro – aggiunge – a ogni costo. Devi averlo per permetterti i gioielli, ostentare le griffe, le auto di lusso, lo sballo. Ma è la violenza a preoccupare più di tutto: si diventa eroi a essere violenti. Ciò è pericoloso per i più giovani, a 11 anni non si riesce ad analizzare il fenomeno. E in quelle canzoni si esalta spesso l’illegalità».

No alla censura

3 Cosimo Alvati
Il prof Cosimo Alvati

Il prof. Alvati però è contro ogni forma di censura, soprattutto nell’ambito dell’arte. «L’estro non si può censurare, dopo di che qualcuno potrebbe chiedersi se c’è estro artistico in tutto ciò. Se l’artista si espone al pubblico con libertà, noi abbiamo la libertà di criticare». Alcuni artisti hanno ricevuto duri attacchi: Emis Killa si è ritirato dal Festival di Sanremo in quanto indagato. «Già in passato aveva ricevuto osservazioni negative per la misoginia di alcuni testi: invitava alla violenza sessuale. Lui si difendeva dicendo, come altri, che era una narrazione, che raccontava un mondo. La canzone è uno specchio della realtà, però i testi creano cultura, stili di vita, ambienti, mondi. Se un artista sceglie uno storytelling, accetta e contribuisce alla sua diffusione. I ragazzi sono i destinatari di queste proposte di vita che promuovono la criminalità. Dobbiamo per forza criticare e prendere le distanze, ma non censurare».

I figli delle famiglie bene

Damme na mano Tony Effe
Tony Effe, pseudonimo di Nicolò Rapisarda (foto Wikipedia)

La trap riesce a conquistare anche ragazzi figli della buona borghesia e dei ceti sociali più abbienti. Non necessariamente bisogna arrivare “dal ghetto”, dalla periferia, per riconoscersi in queste canzoni. «La Dark Polo Gang della quale Tony Effe faceva parte – ricorda il docente – è un esempio, erano ragazzi della “Roma bene”». Se non vengono da contesti difficili, esagerano nella narrazione? «Alcuni vivono realmente situazioni delicate. L’anno scorso si è impiccato in carcere Jordan Jeffrey Baby, protagonista di una rapina con Traffik. Esattamente come negli anni ’90 era vera la faida tra West ed East Coast del gangsta rap americano, che portò alla morte di Tupac e Notorius Big. Ma anche se non fossero quello che raccontano, hanno delle responsabilità nelle scelte».

La drill music

La trap nasce all’inizio degli anni 2000 negli Usa. «Le trap house sono le case dove si spaccia il crack. I trapper erano gli spacciatori, il trapping l’azione dello spaccio. Quindi la musica racconta queste vicende». Un sottogenere è la drill music, nata nel 2010 a Chicago.
«Si caratterizza per l’esaltazione della violenza fine a se stessa: drill è la pistola. Sono testi nichilisti e, a differenza della trap, che è lenta, questa è più accelerata, riporta il doppio dei battiti, crea uno stato più ipnotico». Gli artisti di punta qua sono Capo Plaza, Tedua, Geolier «diventato famoso con Sanremo, ma già noto dal 2019 con la canzone Narcos».

I generi del passato

Rolling Stones post show bow London 2018 41437870405
I Rolling Stones

La critica alla “musica dei giovani” non è una novità. Oggi sotto accusa è la trap, mentre in passato altri generi erano nell’occhio del ciclone. «Negli anni ‘60 e ‘70 tutta la musica psichedelica. Sono stati criticati i Velvet Underground, Joan Baez, Bob Dylan, Rolling Stones. Esaltavano l’eroina e l’atto di drogarsi o l’aspetto più materialistico del sesso. Una canzone dei The Doors porta all’estremo il complesso di Edipo». E poi negli anni ’80 e ’90 la musica metal, spesso banalizzata e non capita da linguaggio mainstream e appiattita al solo black metal più trasgressivo.

Aiutare a essere critici

Ok, ma cosa possono fare i genitori di fronte a questa tendenza? «Il consiglio è quello di stare accanto ai ragazzi, elaborare una lettura critica della realtà e della musica che ascoltano. Può capitare che nei cellulari delle ragazzine dai 10 ai 14 anni vi siano alcuni video di Chadia Rodriguez (una delle poche trapper donna insieme a Myss Keta), che esalta la donna oggetto e il consumo di droghe sintetiche. Scoprire che nel telefono di mia figlia ci sono queste canzoni non mi deve spaventare ma, una volta che lo vengo a sapere, devo pormi il problema. Devo sapere chi ascolta e frequenta, non per proibire, ma per aiutare a capire come si deve affrontare la vita e come comportarsi di fronte a certe proposte che possono arrivare. Aiutiamo i ragazzi ad avere gli strumenti di analisi critica della realtà. Questa è l’unica soluzione: stare accanto ed educare. La domanda è: “secondo te è giusto o non è giusto fare quello che dice la canzone?”».

Filippo Mulazzi