Un grande appuntamento per un grande libro.
Sabato 5 aprile, alle ore 17.30, la Bottega Bertaccini ospita Ferdinando Pelliciardi autore della nuova edizione del “Pvlon matt“, poema anonimo del XVI secolo in dialetto romagnolo.
Il volume è stato pubblicato dalla Editrice La Mandragora nella collana di “Tradizioni popolari e dialetti di Romagna” dell’Associazione Istituto Friedrich Schürr.

L’autore sarà accompagnato nella conversazione da Giuseppe Bellosi, con intermezzi musicali grazie alle ocarine di Gian Michele Carnevali e Alberto Giovannini.
L’ingresso è libero ma la prenotazione è consigliata (0546 681712).
Il Pvlon Matt (c’è chi lo scrive Pulon matt, chi Pavlon mat, in ogni caso è il ‘Paolone matto’) è un poema eroicomico in dialetto romagnolo di autore anonimo cesenate risalente agli anni fra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo.
Dei dodici canti di cui era composto ne restano solamente i primi tre e 34 ottave del quarto in un manoscritto di epoca settecentesca attualmente conservato alla Biblioteca Malatestiana di Cesena.
“In estrema sintesi – come ci racconta Gilberto Casadio su La Ludla – la vicenda narrata dall’anonimo autore è la seguente: Pvlon è innamorato della bella Vutuoria. La giovane, dopo alcune incertezze iniziali accetta la sua corte. In questa parte del poema c’è la lunga descrizione del ballo. Sennonchè Vutuoria volge le sue attenzioni a Gazon, giovane non troppo bello ma benestante. Il pensiero di venire abbandonato sconvolge la mente di Pvlon. Il poema, com’è chiaro dal titolo e da questi primi canti, si rifà all’Orlando Furioso dell’Ariosto, con la vicenda trasportata da un ambiente cortese e cavalleresco, ad uno rusticano“.
Il valore letterario del Pvlon Matt può essere discutibile, ma quello linguistico è di straordinaria importanza per la storia del dialetto romagnolo dell’epoca, del quale abbiamo poche altre testimonianze.
Precedentemente (a metà del ‘500) segnaliamo la Commedia Nuova di Pier Francesco da Faenza, ispirata al mito di Orfeo. Risale invece alla metà del ‘600 la Batistonata di Ludovico Gabbusio, una lunga cicalata di quasi 850 versi in dialetto ravennate.
Ferdinando Pelliciardi (curatore di questa monumentale nuova edizione) si è avvalso della consulenza e della collaborazione di Giuseppe Bellosi: il risultato può essere considerato, senza ombra di smentite, l’edizione definitiva dell’opera.
L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Associazione Istituto Friedrich Schürr.