Quando si pagava l’Ici fino all’anno 2011 tali immobili, su cui venivano svolte opere di Carità, erano considerate esenti dall’imposta. Dall’anno 2012 con l’avvento dell’Imu, sia le Scuole materne parrocchiali sia la Casa dei Nonni e le altre realtà ecclesiali sono state richiamate a pagare l’Imu con l’aggravio di multe ed interessi. D’accordo con il vescovo, monsignor Mario Toso, non abbiamo pagato e siamo andati per vie legali cercando di dimostrare che l‘attività viene svolta in maniera non commerciale (senza fine di lucro) incassando rette simboliche e comunque inferiori alla metà della retta media della zona. Sono stati proposti i ricorsi davanti ai Giudici tributari per tutti gli anni successivi al 2011, a Ravenna in primo grado, a Bologna in secondo grado e poi a Roma in Cassazione. Il risultato non è stato sempre positivo, alcune volte ci hanno dato ragione, altre volte abbiamo perso. Sono stati anni difficili, i tempi si dilatano e non c’è stato un indirizzo univoco. A dicembre ci siamo incontrati con l’Ufficio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna che segue la questione e con la mediazione del Comune di Bagnacavallo siamo arrivati ad un accordo. Per chiudere il contenzioso ci siamo accordati per pagare in alcuni casi il 50% e in altri casi il 60 % della quota che ci avevano richiesto. Per ora abbiamo pagato 44.271,00 euro per L’IMU dal 2012 al 2019. Il resto degli anni successivi fino ad oggi è ancora da pagare. Non siamo contenti del risultato ottenuto perché crediamo che certe opere come le scuole materne e la Casa dei Nonni non hanno fini di lucro, anzi faticano molto e sopravvivono grazie a tanto volontariato e quindi riteniamo ingiusta la tassazione di queste realtà, quindi è intenzione proseguire col Comune ulteriori approfondimenti in materia, per arrivare ad una soluzione più equa e sostenibile.
Don Marco Farolfi