Un esempio che brilla 78 anni dopo Auschwitz. Nell’ambito del dibattito sul rapporto tra cattolici e Shoah, sempre vivo, con particolare riferimento alla figura di Pio XII, vorrei ricordare il martirio dei giovani cattolici, studenti universitari, appartenenti al Movimento della Rosa Bianca, in particolare i fratelli Sophie e Hans Scholl e Christoph Probst.

Il Movimento della Rosa Bianca e il martirio degli studenti cattolici

Giovani studenti dell’università di Monaco di Baviera, si distinsero per la loro resistenza, pacifica e non violenta, al fascismo e al nazismo, sulla base del pensiero cristiano. Dal 1942, diffondevano clandestinamente dei volantini, che contenevano una netta condanna del nazismo e invitavano la popolazione tedesca alla resistenza passiva e alla pace. Dopo la diffusione del sesto volantino presso l’università di Monaco, vennero scoperti e giustiziati per decapitazione il 22 febbraio 1943, dopo un brevissimo processo farsa condotto dal famigerato giudice boia Roland Freisler. Erano poco più che ventenni.

La condanna della Shoah

Per comprendere appieno l’immensa portata del loro messaggio, è sufficiente riportare alcuni passi dei loro volantini, che ne esaltano il coraggio e la lucida visione, morale, spirituale e politica. In particolare, in uno si trova una nettissima condanna della Shoah. «Ogni singolo individuo cosciente della propria responsabilità come membro della civiltà cristiana e occidentale, deve difendersi con tutte le sue forze sino all’ultimo, deve lottare contro il flagello dell’umanità, contro il fascismo e contro ogni simile sistema totalitario», si legge in uno di questi volantini. «Resistete, opponete la resistenza passiva ovunque voi siate – è l’appello dei ragazzi della Rosa Bianca -. Impedite il funzionamento di questa ateistica macchina da guerra prima che sia troppo tardi, prima che le altre città come Colonia siano ridotte a un cumulo di macerie, prima l’ultimo giovane della nazione versi il proprio sangue su qualche campo di battaglia per l’orgoglio folle di un subumano». Si tratta di denunce nel vero senso della parola: «Dalla occupazione della Polonia 300mila ebrei sono stati assassinati in questo paese nel modo più bestiale. Vediamo compiersi il peggior crimine contro la dignità umana, un crimine che non ha confronti nell’intera storia. Anche gli ebrei sono esseri umani e qualsiasi posizione si possa assumere rispetto alla questione ebraica questo crimine è stato perpetrato contro il genere umano». Poi un appello alle coscienze. «Domando a te che sei cristiano: lottando per la salvezza del tuo più grande tesoro, hai forse modo di esitare? Di indugiare in intrighi, in calcoli, in procrastinazioni nella speranza che qualcun altro alzi il braccio in tua difesa? Non ti ha forse Dio dato la forza e la volontà per combattere? Dobbiamo attaccare il male dove esso è più forte ed è più forte nel potere di Hitler. La vera anarchia è l’elemento che genera la religione. Dalla distruzione di tutto ciò che vi è di positivo essa solleva il suo capo vittorioso come nuova creatrice del mondo». I giovani della Rosa Bianca chiamano in causa anche l’Europa: «Se l’Europa volesse svegliarsi, se esistesse nel nostro futuro uno Stato degli Stati, una dottrina scientifica della politica. Sarà forse di tipo gerarchico… il fondamento di questa unione di Stati? Il sangue scorrerà sull’Europa fino a che le nazioni non saranno consapevoli della spaventosa follia che le trascina in un vortice e, colpite e rappacificate da una musica celeste, non si avvicineranno ai vecchi altari; tra di loro frammiste, non udranno opere di pace, e non sarà celebrata una grande festa di pace con lacrime ardenti, sui fumanti campi di battaglia. Solamente la religione può svegliare l’Europa e assicurare i diritti dei popoli instaurando visibilmente il cristianesimo sulla terra con un nuovo splendore, nella sua funzione di apportatore di pace. Libertà di parola, libertà di religione, protezione di ogni cittadino dagli arbitrii di regimi criminali fondati sulla violenza dovranno essere le basi per la nuova Europa». Parole che scuotono anche oggi, con una guerra aperta nel cuore d’Europa. Lucidissimo poi l’appello al popolo tedesco: «Tedeschi. Volete insieme ai vostri figli subire lo stesso destino toccato agli ebrei? Volete essere giudicati secondo lo stesso metro con il quale saranno giudicati i vostri diffamatori? Volete essere per l’eternità una nazione odiata e allontanata dal genere umano? No. Dissociatevi dal banditismo nazionalsocialista. Dimostrate attraverso l’azione che il vostro pensiero è diverso. Strappate il velo di indifferenza nel quale vi siete avvolti. Non credete alla propaganda nazionalsocialista che vi ha instillato sin nelle ossa la paura per il bolscevismo. Non credete all’idea che la sicurezza della Germania sia legata alla vittoria del nazionalsocialismo per amore o per forza. Un regime criminale non può conseguire una vittoria tedesca». Le parole di questi ragazzi, che ho riprodotto letteralmente, così coraggiose e attuali, contengono: il rifiuto di ogni forma di violenza, una condanna fermissima e aperta della Shoah, una chiara visione che i fascismi costituiscono la negazione dei principi cristiani e sono pertanto inconciliabili con il cristianesimo, la consapevolezza che sono un’Europa fondata sui principi cristiani potrà garantire la pace e la prosperità (una sorta di Camaldoli europea) e l’invito ad agire e a non rimanere indifferenti in ragione del primato della coscienza cristiana. È quindi immenso il tributo di gratitudine che cristiani ed ebrei devono a questi giovani che non esitarono a sacrificare la loro vita per gli ideali in cui credevano.

Paolo Castellari