Ora che non si fanno più fermate, ci si guarda indietro per capire qual è stato il percorso fatto. Il Treno di Dante è stato un progetto ambizioso che coniugava turismo, cultura e territorio, valorizzando il collegamento ferroviario tra Firenze e Ravenna. Un’idea innovativa che, proprio quando stava per decollare, ha subito un brusco stop. I danni dell’alluvione e i lunghi lavori di ripristino della linea ferroviaria hanno fatto desistere i promotori dell’iniziativa dal continuare. Nato nel 2017 come idea progettuale e concretizzatosi nel 2021 in occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, il Treno di Dante ha trasportato migliaia di visitatori attraverso luoghi simbolo della vita dell’autore della Commedia.

Non solo la proposta turistica, ma anche le basi del progetto hanno avuto una forma innovativa, con una sinergia pubblico-privato di grande respiro. Il progetto, ideato e sostenuto da diversi imprenditori con il Gruppo Bucci capofila, è stato promosso dalla Regione Emilia-Romagna con la collaborazione della Fondazione Fs, Trenitalia e Ferrovie Emilia-Romagna, e si è sviluppato fino al 2023. Dopo l’inaugurazione avvenuta il 3 luglio 2021, il servizio è stato riproposto nei weekend fino a ottobre dello stesso anno. Nel 2022, il Treno di Dante ha ripreso le corse nei fine settimana tra giugno e ottobre, mentre la stagione 2023 si era avviata con corse tra aprile e maggio, in attesa di una ripresa autunnale sold out che purtroppo non si è mai concretizzata.

Dal Covid all’alluvione: nonostante tutto, il Treno di Dante ha traportato 12mila passeggeri

treno dante 2024

Uno dei protagonisti di questa avventura è stato il brisighellese Davide Missiroli, ex sindaco, tra i promotori del Treno di Dante. «Era un prodotto turistico innovativo e ad alta intensità emotiva e comunicativa. Un’esperienza unica per valorizzare il nostro territorio», racconta. Dopo un periodo di analisi tra il 2017 e il 2018, venne fondata la società Il Treno di Dante Srl, che riuscì a strutturare un’offerta turistica solida. «L’inizio non fu facile, eravamo nel periodo post-Covid con mille restrizioni. Tuttavia, già il primo anno fu positivo. Nel 2022 il progetto raddoppiò la sua capacità attrattiva e il 2023 era partito con il botto: tutto esaurito fino a ottobre», spiega Missiroli.

Il legame tra cultura e prodotti turistici di qualità

La particolarità dell’esperienza era il legame tra il viaggio e il territorio: il biglietto includeva l’ingresso a 13 musei e permetteva di scoprire la cultura del Mugello, la ceramica di Faenza e l’arte bizantina di Ravenna. All’ingresso nelle cabine, si veniva accolti con l’olio Brisighello dop e il pane del Mugello.«I turisti, inizialmente italiani, cominciavano ad arrivare anche dall’estero: nell’ultimo anno il 30% era straniero. Era un progetto con basi solide. Permetteva al turista di conoscere il territorio e tornarci in un secondo momento, per approfondire alcune delle località visitate avendo già dei biglietti per enti culturali a disposizione», aggiunge l’imprenditore. Nel corso della sua attività, il Treno di Dante ha registrato risultati significativi: quasi 12mila passeggeri in due anni e due mesi; 373 attori pubblici e privati coinvolti; 1.641 pacchetti turistici ed escursioni venduti ogni anno. La ricaduta sul territorio è stata di 816mila euro. Il progetto ha generato una forte attenzione mediatica con 462 articoli di carta stampata, 9 servizi televisivi internazionali e un valore pubblicitario equivalente stimato in 2,26 milioni di euro.

“Il turismo mordi-fuggi non basta più, servono proposte innovative e che mettano a sistema il territorio”

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Il 16 maggio 2023, l’alluvione che ha colpito la Romagna ha causato danni ingenti, interrompendo anche la tratta ferroviaria faentina. Questa emergenza ha portato alla sospensione del Treno di Dante. «Le tempistiche sono incerte, abbiamo dovuto fermarci e ricollocare il personale. Se la politica deciderà di rilanciare il progetto, purtroppo dovremo ripartire da capo», afferma Missiroli, per il quale il Treno di Dante ha rappresentato una modalità innovativa di raccontare il territorio. «Abbiamo bisogno di progetti distintivi. Il turismo è una scienza economica, bisogna investire per creare valore duraturo in quei settori in cui la vallata può emergere. L’escursionismo mordi e fuggi non lascia ricadute importanti», sottolinea. Ora la priorità resta la sistemazione della linea ferroviaria Faentina. «Spero che si lavori per ripristinarla. I territori devono collaborare per creare prodotti moderni e attrattivi. Il Treno di Dante ha dimostrato che è possibile», conclude.

s.m.