È da poco terminato un anno ed è tempo di bilanci. Tra i tanti ce n’è uno drammatico: parliamo delle vite innocenti uccise con l’aborto nel mondo. Un bilancio consultabile sul sito Worldometer, affidabile contatore delle statistiche mondiali. Nel 2024 gli aborti hanno toccato lo spaventoso numero di 44.938.000. Sono 123mila vite spezzate ogni giorno, circa 5.100 aborti all’ora. A questi numeri, ricavati anche da statistiche Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, vanno aggiunti i “criptoaborti” dovuti alle cosiddette pillole “del giorno dopo”, che spesso non impediscono il concepimento, ma l’annidamento in utero dell’embrione.

In Italia una crescita degli aborti del 32,% rispetto al 2021

In Italia la relazione del Ministero della salute sull’applicazione della legge 194, pubblicata nel novembre 2024, contiene i dati del 2022.
Il numero ufficiale delle Ivg (Interruzioni volontarie della gravidanza) è di 65.661, cresciuto del 3,2% rispetto ai 63.653 del 2021, con un tasso di abortività (numero di aborti ogni mille donne dai 15 ai 49 anni) pari a 5,6 per mille.
La relazione dice che dal 1983 il numero di interruzioni è calato di due terzi (-66,9%). Questo decremento si spiega anche con il notevole calo della popolazione femminile in età fertile, riflesso nel calo delle nascite. Inoltre, questo calcolo non tiene conto degli aborti fai-da-te attraverso pillole abortive acquistate in modo clandestino né dei cripto-aborti. Colpisce l’aumento delle Ivg nelle ragazze di 15-17 anni (1.861 rispetto a 1.707 del 2021). Assieme al maggior ricorso alle pillole post-coitali, ciò dà la misura di una deriva giovanile allarmante verso una sessualità deresponsabilizzata.

La situazione in regione

In Emilia-Romagna le Ivg sono state 5.936 nel 2022 e 5.856 nel 2023.
Di queste, il 36,7% a carico di donne straniere e il 69% con metodo farmacologico. Con una recente delibera, dal gennaio 2025 è possibile usare la Ru486 anche a domicilio, dopo accesso al consultorio per l’accertamento della gravidanza entro nove settimane. Una volta in più, la Regione manifesta le sue priorità: aiutare la donna in difficoltà significa permetterle di porre termine alla vita che porta in grembo il più facilmente e velocemente possibile, magari anche tacendo sulle possibili gravi complicanze. Una realtà dolente, ma ignorata delle relazioni ministeriali, sono le conseguenze dell’aborto sulla donna, che possono protrarsi anche per tutta la vita sulla sua salute psichica e anche sulla decisione di cercare o meno nuove gravidanze. Per lo più alle gestanti che chiedono l’Ivg viene negata la prima informazione essenziale: non si spiega che cosa è l’aborto. Non si dice che nel suo grembo c’è una persona umana, un bambino o una bambina, l’espressione più profonda del suo essere e di quello del suo partner, unica in tutto l’universo, irripetibile, perché nessun concepimento futuro potrebbe dar vita alla stessa creatura o a una identica.

Anna Maria Amaducci