Una nuova ondata di maltempo ha colpito la Valle del Lamone il 28 gennaio, facendo rivivere momenti di paura per i cittadini. Il fiume Lamone, già in mattinata, ha superato la soglia rossa, raggiungendo un livello record di 2 metri e 68 centimetri. Marradi, insieme ad altre zone colpite come Biforco e Campigno, ha fronteggiato smottamenti, allagamenti e l’isolamento di alcune famiglie. Il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, intervistato sulla situazione, ha descritto una comunità impegnata nel ripristino. “Abbiamo risolto diversi allagamenti stradali, ma alcune abitazioni restano danneggiate. Ci tengo a precisare che non ci sono danni come le precedenti alluvioni, ma è chiaro che sono lavori aggiuntivi che richiede l’investimento tempo e risorse.”
Il primo cittadino ha sottolineato la straordinarietà dell’evento: “In poche ore sono caduti 65 millimetri di pioggia. Quelli che un tempo chiamavamo eventi eccezionali sono ormai sempre più frequenti.” Il Lamone, con il suo record storico, rappresenta un segnale d’allarme che non può essere ignorato.
Triberti: “L’urgenza sta diventando norma”
La vera sfida, però, rimane la burocrazia. Triberti ha puntato il dito contro i ritardi che frenano gli interventi necessari: “Se tra un evento calamitoso e l’altro passa un anno e la burocrazia impiega tre anni per avviare i lavori, ci troviamo sempre a inseguire. Gli interventi per le alluvioni del maggio 2023 sono pronti, ma siamo fermi per colpa dei pareri e delle lungaggini amministrative.” Per il sindaco, è essenziale un cambio di rotta: “Bisogna tagliare la burocrazia, soprattutto per la ricostruzione. Ormai, questi eventi sono talmente frequenti che l’urgenza deve diventare la norma.” Nonostante i disagi, la comunità si sta rialzando, con interventi per sistemare le frane e garantire sicurezza alle famiglie isolate. La speranza è che la lezione di questi eventi possa spingere a una maggiore rapidità nella gestione delle emergenze.