Il 15 gennaio 2025, “Il Piccolo” ha inaugurato la sua nuova sede, un evento significativo per la nostra redazione e per l’intera comunità. Alla cerimonia ha partecipato il vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, che ha condiviso riflessioni profonde sul ruolo dei media cattolici nella società contemporanea. La nuova sede rappresenta per noi un punto di partenza verso nuovi traguardi, con l’impegno di continuare a offrire un’informazione di qualità, radicata nei valori cristiani e attenta alle esigenze del territorio. Le parole del vescovo Toso, che riportiamo di seguito, ci spronano a proseguire con rinnovata dedizione nel nostro servizio alla verità e alla comunità.
Il saluto del vescovo Mario all’inaugurazione della nuova sede
Il cambio della sede del nostro settimanale diocesano offre l’opportunità per riflettere su alcune sue finalità. Nell’attuale contesto ecclesiale e socio-culturale, il settimanale cattolico riceve molteplici stimoli che richiedono un impegno di informazione e di elaborazione di un nuovo pensiero commisurato alle sfide odierne.
Questo comporta non solo dedizione e attenzione all’informazione sulla cronaca di tanti piccoli eventi in rapida successione, ma anche, e soprattutto, la comprensione e l’interpretazione delle dinamiche culturali ed etiche che caratterizzano nel profondo il nostro tempo.
Corriamo il rischio, anche per effetto di un sistema mediatico che obbedisce prevalentemente a criteri tecnocratici, a interessi economici e al sensazionalismo, di trascurare l’urgenza della formazione delle coscienze e al senso critico.
La redazione è chiamata certamente ad organizzarsi in maniera efficiente per seguire il flusso della cronaca, ma non può esimersi dal divenire un centro capace di stimolare e di elaborare un metodo di lettura della realtà sia della Chiesa che della società civile.
In questa linea sarebbe auspicabile che il settimanale promuovesse momenti di incontro e di confronto con la pluralità di soggetti sia della comunità ecclesiale, a partire dalle aggregazioni laicali, che della comunità civile (istituzioni e corpi intermedi) per riflettere insieme sui processi in atto che richiedono coinvolgimento, partecipazione, contributo all’elaborazione di prospettive di buone pratiche circa questioni fondamentali: per questo potrebbe essere utile confrontarsi sia con i programmi pastorali, aventi come perno il cammino sinodale, sia il programma della XII legislatura regionale avente quest’ultimo, tanto per citare alcuni elementi davvero importanti che mi pare di poter dire che segnino una svolta rispetto a un recente passato, quali, a titolo esemplificativo, l’obiettivo di una legge regionale per la natalità e le politiche familiari, l’universalizzazione dei servizi educativi 0-6 anni eliminando liste d’attesa e costi per le famiglie.
Naturalmente non vanno dimenticati gli obiettivi ambiziosi in termine di gestione e sicurezza del territorio, anche alla luce dei gravissimi eventi atmosferici che tutti ricordiamo, e per una transizione ecologica partecipata, democratica e giusta.
Mario Toso, vescovo