117.106 euro per i cinque Rioni e per il Gruppo Municipale. La giunta comunale di Faenza ha approvato lo stanziamento annuale per il 2024 a sostegno delle compagini che animano il Palio del Niballo. A ogni Rione andranno un po’ meno di 20 mila euro, la metà al Gruppo Municipale, che pur non partecipando alle competizioni, è chiamato ogni anno ad una serie di adempimenti e alla cura dei propri costumi. Il contributo comunale, viene diviso in varie tranche ed erogato a concorso della copertura delle spese sostenute dai singoli gruppi per le attività connesse alla realizzazione delle varie manifestazioni del Palio e tutti gli eventi considerati dal Comune «un elemento fortemente caratterizzante l’immagine della città e profondamente radicate nell’identità cittadina». L’ importo, è però fermo da oltre un ventennio e ormai non rappresenta che una piccola entrata per i Rioni e il Gruppo Municipale che, per portare avanti le attività e tenere aperte le sedi, non possono fare a meno delle entrate delle settimane del Palio, e soprattutto di quelle della Nott de Bisò e di altre loro singole iniziative.
Le voci di spesa
Il costo più alto sostenuto, assieme a quello del mantenimento delle sedi sociali, come le spese di elettricità, acqua e gas e assicurazioni, arriva però dal bisogno delle scuderie che, oltre ai costi annuali, come una sede sociale, vanno aggiunti quelli del sostentamento dei cavalli da corsa, la cui spesa si aggira per ogni cavallo, a non meno di 10mila euro all’anno. Se si pensa che ogni rione ne ha almeno cinque, i conti sono presto fatti e mostrano come il reparto scuderia sia quello con la voce di spese più alta. Anche il Gruppo Municipale possiede una sede a Palazzo Laderchi, ma con i pochi fondi che riceve deve fare i salti mortali per non sforare il budget.
Certamente il Rione, con i suoi valori, è qualcosa di molto importante per la città di Faenza. In un periodo in cui i centri aggregativi sono rimasti i circoli parrocchiali, i Rioni e pochi altri, è indubbio che nei Rioni, vengano dati valori importanti, in cui si possano far crescere i giovani e farli maturare “sani” che è una cosa molto difficile ai giorni d’oggi.
Gabriele Garavini