Nel giorno di Santo Stefano, Papa Francesco ha dedicato l’Angelus ai monti uomini e donne perseguitati, a volte fino alla morte, a causa del Vangelo”Le sue parole.

“Ancora oggi uomini e donne perseguitati a causa del Vangelo”

“Purtroppo ancora oggi ci sono, in varie parti del mondo, molti uomini e donne perseguitati, a volte fino alla morte, a causa del Vangelo”. Lo ha detto il Papa, prima dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro, dedicato a Santo Stefano, il primo martire della Chiesa, che morendo pregò per i suoi uccisori. “Questo ci fa riflettere”, ha commentato Francesco: “anche se a prima vista Stefano sembra subire impotente una violenza, in realtà, da uomo veramente libero, continua ad amare anche i suoi uccisori e ad offrire la sua vita per loro, come Gesù, perché si pentano e, perdonati, possano avere in dono la vita eterna”. 

“Dio perdona sempre, Dio perdona tutto”

In questo modo, per il Papa, il diacono Stefano “ci appare come testimone di quel Dio che ha un solo grande desiderio:‘che tutti gli uomini siano salvati’ – questo è il desiderio nel cuore di Dio – e che nessuno vada perduto. Stefano è testimone di quel Padre, nostro Padre, che vuole il bene e solo il bene per ciascuno dei suoi figli, sempre, il Padre che non esclude nessuno, che non si stanca mai di cercarli e di riaccoglierli quando, dopo essersi allontanati, ritornano pentiti a lui. Il Padre che non si stanca di perdonare: Dio perdona sempre, Dio perdona tutto”.

L’esempio del priore dell’abbazia di Tibhrine

Anche per i martiri di oggi, secondo Francesco, vale ciò che abbiamo detto di Stefano: “Non si lasciano uccidere per debolezza, né per difendere un’ideologia, ma per rendere tutti partecipi del dono di salvezza. E lo fanno in primo luogo proprio per il bene dei loro uccisori, e pregano per loro”. L’esempio citato dal Papa è quello di Christian de Chergé, priore dell’Abbazia di Tibhirine, ucciso con altri sei monaci trappisti in Algeria nel maggio 1996: un martire del nostro tempo, che nel suo testamento spirituale, prevedendo ormai imminente la morte, chiamava il suo futuro assassino ‘amico dell’ultimo minuto’”.“Chiediamoci allora”, l’invito finale: “sento io il desiderio che tutti conoscano Dio e si salvino? So volere il bene anche di chi mi fa soffrire? Mi interesso e prego per tanti fratelli e sorelle perseguitati a causa della fede? Maria, Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni coraggiosi del Vangelo per la salvezza del mondo” (Agensir).