L’attesa cresce per la Nott de Bisò, l’evento che il 5 gennaio segna la chiusura simbolica dell’anno del Niballo Palio di Faenza. Al centro della festa c’è il tradizionale gotto, la ciotola in ceramica faentina, da sempre associata al bisò, la tipica bevanda calda a base di vino brulè
Il gotto 2024: prevendita e contatti
Si avvicina la chiusura dell’anno del Palio che per la comunità faentina si identifica storicamente con la serata del 5 gennaio e la tradizionale Nott de Bisò, il cui oggetto emblematico è il gotto, iconica ciotola in ceramica faentina destinata storicamente al bisò.
La vendita dei singoli gotti e della brocca avrà luogo, come da consuetudine, il 5 gennaio negli stand rionali presenti in piazza del Popolo.
I servizi completi composti da brocca e sei gotti saranno invece acquistabili presso le sedi rionali a partire dall’8 dicembre.
- A partire da domenica 8 dicembre il servizio completo dei gotti (sei bicchieri con gli stemmi dei cinque Rioni oltre a quello comunale e la brocca) sarà quindi acquistabile in prevendita contattando le cinque sedi rionali ai numeri indicati:
Borgo Durbecco: 392 3720116
Rione Giallo: 327 3621866 (whatsapp)
Rione Nero: 334 7048247 (whatsapp) – 0546 681385 - Rione Rosso: 335 7982311
- Rione Verde: 335 7000994 – 0546 681281
- Il decoro del gotto cambia ogni anno e viene scelto dal Comitato per il Niballo, con la collaborazione della ceramista Vittoria Monti e del Museo Internazionale delle Ceramiche. Per la Nott de Bisò 2024 il decoro scelto è “Vasellame amatorio”.
Il decoro 2024: “Vasellame amatorio”
Verso la fine del XV secolo si sviluppò nelle botteghe ceramiche di Faenza il cosiddetto “vasellame amatorio”. Si tratta in prevalenza di vasellame (coppe, piatti e boccali), dipinto con simboli d’amore e fedeltà e usato per consacrare unioni matrimoniali.
Queste stoviglie erano legate all’usanza di bere dalla stessa coppa per celebrare la comunione di vita di due sposi o di offrire confetti agli invitati al termine delle nozze.
Tipico simbolo amatorio del Rinascimento è il “cuore” in diverse varianti, dal cuore che arde d’amore al cuore che soffre sanguinante o trafitto da frecce.
Tra i manufatti custoditi al MIC di Faenza eccelle il frammento della coppa nuziale di Galeotto Manfredi, signore di Faenza e Francesca Bentivoglio figlia di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, realizzata intorno al 1482.
Oltre alla presenza degli stemmi delle famiglie sono rappresentati due mezzi cuori uniti insieme da un dardo, attributo emblematico della passione amorosa e dell’amore cortese in voga all’epoca.
Altre tematiche amatorie ricorrenti sono le due mani che si stringono in segno di unione e fedeltà, il coniglio evocativo della fertilità, il cane simbolo di fedeltà e lealtà, oltre alle “belle donne”, accompagnate da un nastro svolazzante con il nome dell’amata e spesso l’aggettivo “bela”.