Il Natale viene celebrato il 25 dicembre, con il presepe, il bue e l’asinello, i pastori e la stella cometa. Ma le cose non sono andate realmente così.

Gesù non è nato nell’anno 0 e nemmeno il 25 dicembre

A cominciare dalla data, perché Gesù non è nato nell’anno zero (ammesso che sia esistito l’anno zero). Il calcolo dell’anno zero, cioè dell’anno in cui nacque Gesù Cristo, fu fatto dal monaco Dionigi il Piccolo nel VI secolo d.C. che lo fece coincidere con il 754 dalla fondazione di Roma: ma se al calcolo di Dionigi affianchiamo altre date che interagiscono con questo computo, scopriamo che il monaco si è sbagliato! Infatti come avrebbe potuto Erode uccidere i bambini maschi al di sotto dei due anni d’età per quella che è chiamata la Strage degli Innocenti così da essere sicuro di uccidere Gesù, se muore quattro anni prima? Erode infatti, stando a quanto riportato da testi non cristiani, muore a Gerico nell’anno in cui ci fu una eclisse di Luna nei giorni della festa di Pasqua: e l’anno è solamente il 4 a.C. Così se Erode dà mandato di uccidere i bimbi sotto i 2 anni, età che presumibilmente poteva avere il figlio di Maria e di Giuseppe, significa che Gesù era nato al massimo da 2-3 anni. Quindi il vero anno zero coincide con il 6-7 a.C. Ora, cambiare tutti i calendari (e anche i libri di storia) sarebbe una cosa impossibile. Per cui per convenzione si mantiene il calcolo di Dionigi dividendo i secoli per i cristiani in ‘avanti Cristo’ o ‘dopo Cristo’. Ma Gesù non è nato nemmeno il 25 dicembre. Uno dei tanti dati che può confermare questa ipotesi è che nella zona di Betlemme non era assolutamente possibile trovare in questa stagione dei pastori che pascolassero il gregge, come ci dice il Vangelo di Luca, a causa delle temperature rigidissime. Non dimentichiamo che Betlemme è a 800 metri sul livello del mare. La data del 25 dicembre viene presa dai cristiani nel 440 d.C. al 25 dicembre per sostituire la festa romana del Natalis Solis Invicti.

L’equivoco della cometa e il bue è un intruso

Altro equivoco nel presepe è la presenza della cometa. Nel vangelo di Matteo si parla di ‘stella’ vista dai Magi; in altre parole non risulta alcuna cometa, nemmeno analizzando le fonti extrabibliche. La cometa compare nell’immaginario natalizio grazie a Giotto, quando nel 1305 affresca la Cappella degli Scrovegni a Padova, e la inserisce nella scena dell’adorazione dei Magi visto che in quell’anno transitava proprio nel cielo della città veneta. Nel presepe, infine probabilmente c’è un intruso: il bue. Nel vangelo si fa riferimento alla mangiatoia dove viene posto il bambino avvolto in fasce, ma non si parla di buoi o mucche. C’era sicuramente l’asinello, visto che era stato usato da Maria e Giuseppe come mezzo di trasporto per scendere a Betlemme dalla Galilea. Il bue compare grazie a Francesco d’Assisi quando a Greccio «realizzò il primo presepe vivente», anche questo immortalato da Giotto nella basilica superiore di Assisi.
In conclusione… rileggendo queste righe ho la sensazione di aver ‘distrutto’ il Natale, ma non è vero. La ricerca scientifica e storica sulla nascita di Gesù aiuta più che mai «a non andare dietro a favole artificiosamente inventate», ma a vivere meglio le nostre tradizioni (come il presepe) e a gioire ancora di più per quella storia che iniziò una notte a Betlemme di Giudea e che cambiò per sempre le vite di tante persone. Anche per questo continuerò a mettere la cometa e il bue nel mio presepe.

Tiziano Zoli