Pubblichiamo di seguito l’omelia tenuta dal vescovo Mario durante la messa di Natale del 25 dicembre

L’Omelia del vescovo della Diocesi monsignor Mario Toso

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Cari fratelli e sorelle, care famiglie, cara comunità di san Terenzio,

celebrare il Natale del Signore Gesù è invito alla gioia, all’adorazione, all’annuncio.

In una società che appare sempre più scristianizzata e che cerca di strapparci da Cristo, il momento del Natale è grazia, per vivere più intimamente con l’Emmanuele, per superare l’impetuosa corrente della cultura fluida, laicista e neo-materialista, che livella tutto e che vuole ingoiarci e farci sprofondare nel non senso.

La Chiesa, fondata da Cristo, oggi annuncia che Dio è con noi, è vicino a noi, è in noi. Il Figlio di Dio si fa bambino: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Ha voluto assumere la nostra natura umana. Perché? Perché siamo suoi, perché diveniamo figli in Lui, il Figlio, nel quale condividere e vivere una comunione d’amore con il Padre e i nostri fratelli e sorelle. Ecco il grande progetto di Dio per noi. Ecco il fondamento della nostra speranza, che non è solo un pellegrinare a tentoni, verso una meta indefinita, ma un muoversi verso l’umanità in pienezza di Gesù Cristo, che è l’assoluto umano di Dio! In noi, tutte le creature avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente ove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto (cf Dilexit nos, n, 30).

Il profeta Isaia ci invita a prorompere in canti. Dio, ci dice la Lettera agli Ebrei (cf Eb 1, 1-6), ci parla per mezzo del Figlio, irradiazione della sua gloria, impronta della sua sostanza. Con il prodigioso e ammirabile scambio che avviene a Natale nel Figlio tra la divinità e l’umanità, Dio diventa per noi Padre, e noi, esseri umani, diventiamo suoi figli in Cristo. Vivere come l’Uomo nuovo, vivere come l’Uomo-Dio che è Gesù, ecco la nostra vocazione. Vivere come Lui che si incarna nell’uomo, in tutte le sue attività, con la sua stessa volontà, che al dono del Padre ha risposto con tutto sé stesso, sino ad essere amore allo stato puro sulla croce.

Quest’anno papa Francesco ci invita a vivere il Natale come sorgente della novità di vita che deve essere irradiata nel mondo specie mediante l’Anno Giubilare. Non a caso ieri, 24 dicembre 2024, Vigilia di Natale, il pontefice ha aperto la Porta santa – simbolo di Cristo -, della basilica di san Pietro. Alla forza del Natale del Bambino Gesù che divinizza e trasfigura l’umanità, papa Francesco connette, dunque, il Grande Giubileo 2025 che inizieremo in Diocesi il prossimo 29 dicembre, partendo da san Francesco, subito dopo le 17,30, per giungere sin qui in cattedrale, ove celebreremo l’Eucaristia. La Diocesi ha preparato un vademecum che aiuterà a viverlo bene e che sarà distribuito proprio in occasione dell’apertura diocesana. Il Giubileo per gli ebrei cadeva ogni 50 anni. Con esso si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e la libertà personale. Una tale tradizione è stata ripresa dalla Chiesa cattolica con Bonifacio VIII nel 1300. Innestando la tradizione del Giubileo ebraico nel mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, la Chiesa cattolica ne dà un significato più spirituale, universale, cosmico. Lo fa divenire anno di conversione, di remissione dei peccati e delle pene dei peccati, anno di riconciliazione, di più efficace instaurazione di tutte le cose in Cristo. Proprio alla luce del mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo, il Giubileo è un momento particolare per fermarsi e riflettere seriamente su dove stiamo andando, sia come persone sia come popoli. Ispira una maggiore solidarietà e giustizia verso i poveri, gli emarginati e gli ultimi del mondo. La speranza non deve essere solo proclamata, ma resa visibile attraverso azioni tangibili come la consistente riduzione o il condono del debito estero dei Paesi poveri, la eliminazione della pena di morte, il disarmo del cuore e la realizzazione della pace.

Il Signore Gesù rimetta a noi i nostri debiti e ci conceda la pace. Auguri di Buon Natale e di un anno santo a tutti, piccoli e grandi.

                                               + Mario Toso