Non è raro che camerieri e cameriere facciano confusione, portino il cibo sbagliato o interpretino male ciò che un cliente ordina. Comportamenti che i clienti mal tollerano, tranne che in un ristorante a Tokyo. Qui, infatti, i commensali si accontentano di ricevere un servizio scadente. “Ha ordinato del pesce alla griglia?”. “No”. “Lo tenga lo stesso”. “D’accordo, grazie”. Sembra un incubo e molti di noi sarebbero pronti a lasciare pessime recensioni online al ristorante che confondesse – e più di una volta – le comande. Invece al Restaurant of Mistaken Orders (Il ristorante degli ordini sbagliati) di Tokyo le confusioni dei piatti sono molte di più di quelle che possiamo immaginare, ma nessuno si lamenta, anzi sembra felice. Non solo perché il cibo è sempre buono, ma perché a servirlo sono persone anziane affette da degrado cognitivo, che è il requisito principale per ottenere quella posizione.
Come dice il nome, qui ricevere un piatto sbagliato è la norma: i camerieri sono persone che svolgono il lavoro come possono, al meglio delle loro capacità. Tutti lo sanno e nessuno si lamenta, anzi le persone vengono a mangiarci volentieri e l’atmosfera è rilassata e divertita. Il Restaurant of Mistaken Orders è nato nel 2017 da un’idea di un regista televisivo, Shiro Oguni, al quale durante una visita in una casa di riposo era stato servito un raviolo anziché un hamburger. Riflettendo, il regista si accorse che non era poi così grave e che accettare il piatto era una forma di rispetto nei confronti della persona malata e della malattia stessa.
Shiro Oguni ha fondato questo ristorante per influenzare le prospettive delle persone sull’invecchiamento e sul graduale deterioramento cognitivo. La demenza è un termine ampio che si riferisce al declino della memoria, dell’apprendimento e delle capacità di comunicazione. È causata da diverse malattie, una delle quali è l’Alzheimer. L’idea di fondo è quella di accettare semplicemente quanto ricevuto come segno di rispetto e atto di gentilezza e umiltà.
All’interno del ristorante le persone affette da demenza sono allegre, laboriose, disponibili, loquaci e gentili. Nei video creati per documentare il progetto, tutti si divertono. Nei loro abiti semplici, i dipendenti anziani appaiono impegnati e produttivi come chiunque abbia un terzo della loro età. La vera forza del progetto sta nel fatto che, invece di vedere la demenza come terrificante, cupa e isolata, i commensali raccontano l’esperienza come adorabile, divertente, socievole.
Un video in italiano su YouTube ci racconta il cuore di questa esperienza:
L’idea, tenerissima, di apertura, comprensione e gentilezza, è già stata replicata anche in Corea del Sud e Australia. Un gesto amichevole aiuta a rendere più semplice e bella la vita.
Tiziano Conti