Pubblichiamo di seguito l’intervento del vescovo Mario in occasione dello scambio di auguri di Natale con la Curia diocesana
Gli auguri del vescovo Mario alla Curia
Quest’anno desidero porgere gli auguri partendo da brevi considerazioni dopo la conclusione della Visita pastorale nella Diocesi di Faenza-Modigliana.
Complessivamente la Visita pastorale, così come è stata organizzata, ha consentito una maggiore vivacità di interscambio e di conoscenza reciproca fra le stesse parrocchie delle Unità pastorali. Il che, per sé, non è poca cosa. Ha, peraltro, consentito di fare emergere alcuni aspetti critici che qui accenno e che possono costituire un punto di partenza per ulteriori riflessioni: la permanenza di certe resistenze a camminare insieme (anche fra aggregazioni, associazioni e movimenti), a superare sterili campanilismi, a rimanere chiusi in vecchi e ripetitivi schemi pastorali che, invece, devono sempre più essere concepiti in interazione fra di loro.
Tutto questo è stato controbilanciato da numerosi aspetti positivi o segni di speranza, rappresentati dalla fede sempre viva di molti nonni, dalla solarità e dalla trasparenza dello slancio d’amore dei nostri piccoli, che negli asili nido e nelle scuole materne possono ancora sperimentare la tenerezza di Dio attraverso il senso materno delle maestre e delle educatrici. È evidente che, nonostante talune difficoltà e fatiche economiche (dovute anche a ingiustificabili tassazioni – si pensi all’IMU – da parte delle amministrazioni), siamo chiamati a tutelare e a migliorare le scuole paritarie, soprattutto in qualità, ossia nella loro preziosa opera di evangelizzazione e di inculturazione della fede.
Un segno di particolare speranza mi è stato dato dall’aver constatato come Dio continua a lavorare nelle coscienze e nell’animo di non pochi ragazzi e giovani, che sono ancora attratti dalla bellezza e dallo stupore nei confronti di Gesù Cristo. Rispetto a ciò deve accrescersi, da parte di tutti i presbiteri, dei genitori e dei catechisti, l’impegno nel discernimento vocazionale, anche nei confronti dei ragazzi delle scuole medie.
Ciò che, in un contesto di disorientamento e di profonda secolarizzazione, costituisce un inequivocabile segno di speranza e una fonte inesauribile per tutte le rinascite spirituali e morali è la presenza di Dio fra di noi, specie mediante i sacramenti della Liturgia che fortunatamente sono celebrati – seppur in non tutti i luoghi con la frequenza di una volta -, nelle nostre parrocchie e nelle Unità pastorali. L’educazione alla partecipazione comunitaria e costante – non in solitaria – ai sacramenti, specie all’Eucaristia e al sacramento della Riconciliazione, conduce a diventare protagonisti convinti ed entusiasti nell’evangelizzazione di Cristo e nella trasmissione della fede, non solo sognando, o evocando, ma costituendo le nostre comunità quali ambienti accoglienti, vicini alla gente, gioiosi.
Un segno di conforto, nonché di speranza, proprio di una Chiesa in uscita, impostata in termini di profezia giubilare, mi è parso di coglierlo nella grande solidarietà sviluppata nei confronti delle persone disabili e nei confronti dei poveri, come anche, ultimamente, nei confronti degli alluvionati e dei terremotati, mediante la Caritas e le nostre istituzioni di volontari, si pensi alla Farsi prossimo. A questo proposito, mi permetto di incoraggiare i responsabili della Caritas e i suoi operatori, che già per taluni aspetti, hanno contribuito ad anticipare per la Diocesi il Grande Giubileo 2025, a non vivere il servizio ai poveri, agli immigrati, agli anziani in termini meramente assistenziali, bensì con quell’amore cristiano che si impegna nei confronti dei poveri, per i poveri, con i poveri.
Nella visita pastorale mi ha confortato ed accompagnato la chiara percezione che anche la nostra Diocesi è contraddistinta dalla santità, testimoniata dal numero significativo di santi, beati, venerabili, servi di Dio. Quest’anno sono stati proclamati venerabili Padre Guglielmo Gattiani e Madre Zauli. Altri si stanno affacciando nel firmamento dei santi come padre Domenico Galluzzi OP.
Per un vescovo e per la sua comunità diocesana è senz’altro confortante l’intelligente trasformazione – seppure impresa esigente ed impegnativa – del Seminario con le varie attività e le varie iniziative di rinnovamento della pastorale vocazionale – sia sul piano della vita familiare, sia sul piano del presbiterato e della vita religiosa, sia sul piano della pastorale culturale, che lo stanno caratterizzando, con l’apporto dei nostri presbiteri e di molti laici, non pochi dei quali sono presenti questa sera.
Il lavoro di riforma della Curia, la costituzione e l’incessante rimodellamento delle Unità pastorali, il potenziamento dei corsi di formazione biblica, teologica, catechetica, pastorale, il Sinodo dei giovani con i suoi significativi germogli, la Scuola triennale per la formazione all’impegno sociale e politico, la formazione ad una spiritualità incarnata, il rinnovamento del giornale diocesano Il Piccolo (entrato in collaborazione con i giornali diocesani della Diocesi di Cesena-Sarsina e di Ravenna-Cervia) hanno avuto l’obiettivo di incrementare sempre più la capacità apostolica delle nostre comunità, delle associazioni e delle aggregazioni, come dei movimenti, in una missionarietà che proclamasse e testimoniasse Gesù Cristo come l’assoluto umano di Dio.
Non si può perdere tempo. Cresce l’indifferenza nei confronti di Dio e di un umanesimo aperto alla trascendenza.
Come ha evidenziato il recente rapporto del Censis, l’italiano medio sta sprofondando in un ambiente di subcultura. Non si può, poi, dimenticare che il Documento preparatorio della Settimana sociale dei cattolici, ha parlato di un crescente analfabetismo democratico. Papa Francesco con il suo ultimo viaggio apostolico in Corsica ha invitato tutti i credenti a ravvivare le radici cristiane dell’Europa. La fede ha una dimensione pubblica che va sviluppata e testimoniata.
Per ora mi fermo qui, lasciando a don Michele il compito di parlarvi del prossimo Giubileo.
Personalmente, sento il dovere di ringraziare tutti i collaboratori della Curia, in particolare il Vicario generale, il Cancelliere, il Vicecancelliere, il nuovo Economo – profitto per ringraziare il precedente economo, il dott. Ghini che rimane sempre disponibile a supportarci con la sua competenza – il Consiglio presbiterale, il Consiglio per gli affari economici, come anche gli Incaricati e i collaboratori dei Settori pastorali, e voi che siete qui presenti. Se si è potuto seminare Cristo e il bene di una cultura cattolica nei solchi della storia di questo territorio, lo si deve alla vostra fede e al vostro entusiasmo nel Signore Gesù.
La speranza germina nei nostri cuori grazie alla presenza dello Spirito che continuamente ci sollecita nei vari tornanti della storia a rendere più presente tra noi il Regno di Dio. A tal fine, dobbiamo essere ogni giorno, ogni momento quel «cuore di Cristo che è estasi, uscita, dono, incontro» (Francesco, Dilexit nos, 28). Camminiamo tutti insieme.
Non possiamo, infatti, dimenticare che «Tutte le creature avanzano insieme a noi e attraverso di noi vero la meta comune che è Dio, in una pienezza trascendente ove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto» (Francesco, Dilexit nos, 31).
A fronte dell’opera di rinascita e di ricostruzione dopo le alluvioni, il terremoto, rimane il grande impegno pastorale di educare all’ecologia integrale, senza la quale il semplice impegno nei confronti dell’ambiente può trasformarsi in mero ecologismo. Detto altrimenti, nell’implementazione di una prevenzione e di una messa in sicurezza del territorio dobbiamo procedere entro il quadro teologico, antropologico, morale dell’ecologia integrale. Non si concretizza l’ecologia ambientale senza l’ecologia umana.
Gli auguri che faccio qui vogliono essere auguri che trovano concretezza – non platonica o astratta – nell’accoglienza, nella celebrazione, nella testimonianza della grazia del Giubileo 2025, per il quale abbiamo preparato, in vista della sua apertura, che avverrà il 29 dicembre prossimo, un vademecum che questa sera vi omaggeremo e che sarà commentato, in particolare, dal Vicario generale in alcune sue parti significative.
Auguri a tutti di Buon Natale! Abbiate un particolare ricordo nella preghiera per il Vescovo.
+ Mario Toso