In Romagna si dice spesso che, una volta in pensione “si fa la calzetta” quasi a indicare pomeriggi passati sul divano davanti alla televisione. Invece tre amiche faentine, di cui due in pensione, hanno unito creatività e passione: ne è nato un piccolo business che passa attraverso fiere e mercatini locali. Le abbiamo conosciute durante il festival Semi di Futuro, legato al consumo etico e solidale.

Luciana Martina e gli amigurumi

amigurumi

Luciana Martina, faentina, è stata insegnante di sostegno fino a giugno scorso, titolare di un piccolo negozio di arredamento, e per anni membro dello staff dell’organizzazione del festival Semi di Futuro. Ora, in attesa della pensione, si dedica agli amigurumi, giocattoli in lana realizzati a mano, secondo un’antica tecnica giapponese. «Lavoro all’uncinetto fin da quando avevo otto anni – racconta -. È sempre stata una passione che ho coltivato nei momenti più importanti della mia vita». Oltre ai pupazzi, Luciana crea decorazioni natalizie, cappelli, maglioncini e sciarpe. «In un periodo difficile della mia vita, lavorare all’uncinetto è stato terapeutico. Ora condivido questa passione nei mercatini: i bambini, in particolare, sono entusiasti e curiosi di sapere come realizzo i miei pezzi». Luciana spiega che una pallina di Natale richiede circa due ore di lavoro, mentre i pezzi più complessi necessitano anche 8-10 ore.

Elisa Baldassarri e il recupero creativo

patchwork

Elisa Baldassarri, originaria di Pesaro, ma faentina d’adozione, lavora come collaboratrice scolastica, ma il suo cuore batte per la moda e il recupero creativo. «Mi piace mescolare capi usati e nuovi per creare qualcosa di unico. Giacche di jeans, cravatte e tessuti trovati in giro diventano pezzi unici, completamente reinventati». Elisa racconta come questa passione sia nata durante i suoi studi e ora occupi gran parte del suo tempo libero. «Ogni capo ha una nuova storia da raccontare. Mi lascio ispirare dai materiali che trovo e amo l’idea di dare nuova vita a ciò che sarebbe stato scartato».

Il patchwork di Tiziana Burbassi

patchwork2

Tiziana Burbassi, faentina residente però a Cingoli in provincia di Macerata, ha riscoperto una vecchia passione dopo la pensione: il patchwork. «È un’arte che mi affascina da sempre per la sua storia e la creatività che permette. Amo l’idea di lavorare con i pezzi avanzati, trasformandoli in qualcosa di nuovo e unico». Per Tiziana, il patchwork è come un puzzle: «Adoro mettere insieme i colori, i pezzi, creando qualcosa che abbia una sua forma e armonia. È una forma artistica che mi dà grande soddisfazione». Luciana, Elisa e Tiziana hanno deciso di unire le forze per affrontare i mercatini, ottimizzando gli spazi e condividendo esperienze. «Dividersi le spese e collaborare è stato naturale. Abbiamo obiettivi simili e ci basta uno spazio piccolo per esporre le nostre creazioni», raccontano. Dai mercatini di San Rocco a quelli di Imola, le tre artigiane continuano a far vivere la tradizione del fatto a mano, portando al pubblico oggetti carichi di passione, storia e originalità. Un lavoro che, oltre a essere fonte di soddisfazione, tiene vive le radici della creatività artigianale.

Barbara Fichera