I sindaci di quattordici comuni dell’Appennino romagnolo lanciano un appello pubblico per ottenere le risorse necessarie a riconoscere gli interventi d’urgenza già effettuati e a far fronte ai nuovi eventi franosi. La mancanza di risposte da parte delle istituzioni rischia di aggravare la situazione e portare i bilanci comunali al dissesto.

Emergenza continua dopo le ultime frane di settembre e dicembre 2024

Gli eventi meteorologici del giugno e settembre 2024 hanno lasciato un segno profondo nei comuni dell’Appennino romagnolo, già colpiti dalle alluvioni del maggio 2023.

Le intense precipitazioni hanno causato frane, allagamenti e gravi dissesti che rendono instabili molti versanti collinari.

A ciò si aggiungono i danni provocati dalle piogge torrenziali dell’8 e 9 dicembre, che hanno riaperto ferite ancora recenti.

I comuni hanno agito con tempestività, avviando interventi di somma urgenza per rimuovere frane, ripristinare la viabilità e mettere in sicurezza il territorio ma senza il riconoscimento delle spese da parte delle istituzioni si trovano ora in difficoltà economiche.

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“Non possiamo farcela da soli”: i sindaci chiedono sostegno

In una nota congiunta, i sindaci, tra gli altri di Modigliana, Brisighella Casola Valsenio e Tredozio, evidenziano come i bilanci comunali rischino il dissesto senza il riconoscimento degli interventi effettuati. Le risorse utilizzate per fronteggiare le emergenze non sono disponibili nei bilanci ordinari, mettendo in crisi la capacità operativa degli enti locali.

«Abbiamo fatto il possibile per ripristinare strade e collegamenti, permettendo alle persone di tornare a casa e contenendo i fronti franosi più critici. Tuttavia, il silenzio delle istituzioni sta mettendo a rischio non solo i bilanci, ma anche la sicurezza del territorio e delle comunità», affermano i sindaci.

Un appello congiunto per chiedere al Governo interventi urgenti e alla Regione un efficace coordinamento tra istituzioni e struttura commissariale

I sindaci sottolineano che la messa in sicurezza del territorio collinare non è un problema che riguarda solo i singoli comuni, ma una priorità per tutta l’area, compresa la pianura, che subisce le conseguenze delle alluvioni. Serve un piano condiviso tra Governo, Regione, Province e il Commissario per la Ricostruzione, capace di coordinare risorse e interventi.

«Abbiamo avviato gli interventi di somma urgenza con senso di responsabilità ma non possiamo essere lasciati soli.
Rivolgiamo un appello al Governo perché metta a disposizione le risorse necessarie a riconoscere gli interventi che abbiamo avviato e alla Regione affinché promuova il necessario coordinamento fra i comuni, le province e il commissario alla ricostruzione», dichiarano i firmatari.

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Un territorio collinare sempre più fragile

L’instabilità dei versanti collinari è un’emergenza crescente: le intense precipitazioni, unite agli effetti della neve nelle aree più alte, hanno aggravato una situazione già critica. Le frane continuano a interessare la viabilità e a isolare le comunità, impedendo ulteriori interventi di ripristino.

La richiesta è chiara: il riconoscimento delle spese sostenute per gli interventi d’urgenza e un piano strategico per prevenire il ripetersi di simili disastri.

«Non possiamo permettere che i nostri comuni, custodi del territorio e delle tradizioni dell’Appennino, siano abbandonati».

Un richiamo forte e unanime per evitare che l’Appennino cada in un dissesto irreversibile, economico e ambientale.

Dopo la frana

I firmatari dell’appello

L’appello è stato sottoscritto dai sindaci di Modigliana (Jader Dardi), Predappio (Roberto Canali), Tredozio (Gianni Ravagli), Dovadola (Francesco Tassinari), Castrocaro Terme e Terra del Sole (Francesco Billi), Rocca San Casciano (Marco Valenti), Portico e San Benedetto (Maurizio Monti), Meldola (Roberto Cavallucci), Galeata (Francesca Pondini), Civitella (Claudio Milandri), Santa Sofia (Ilaria Maranini), Premilcuore (Sauro Baruffi), Casola Valsenio (Maurizio Nati) e Brisighella (Massimiliano Pederzoli).