E’ stata la candidata più votata in provincia di Ravenna. Eleonora Proni, esponente del Pd e già sindaca di Bagnacavallo per due mandati ha ottenuto ben 8.852 preferenze. Un record, considerando la scarsa affluenza alle urne, e una scommessa per un territorio flagellato dalle alluvioni. Classe 1970, laureata in Storia contemporanea, ha collaborato a progetti di ricerca e partecipato alla redazione e pubblicazione di saggi storici. E’ stata prima consigliere comunale, poi assessore, consigliera provinciale e sindaca di Bagnacavallo per due mandati.

Consigliera Proni, partiamo dalla fine. La sezione di Traversara è quella dove si è votato di più, con un’affluenza del 62%, a differenza delle altre zone alluvionate. Come lo spiega?

Il dato più preoccupante di queste elezioni è è stato senza dubbio l’astensionismo. Riguardo Traversara, credo che in una situazione così difficile un voto che possiamo definire, parzialmente, di protesta sia comprensibile. Anche se alla fine le persone hanno fatto convergere speranze o malcontento su chi fin qui meno si è occupato di loro e dei danni delle alluvioni. Sono però sicura che riusciremo come Regione a ricostruire un clima di fiducia, lavorando al fianco delle Amministrazioni Locali, realizzando i necessari interventi e adottando i provvedimenti che occorrono ma soprattutto costruendo, a costo di imporlo, un cambiamento nella relazione con il Governo nazionale.

Come commenta il risultato elettorale?

Ci restituisce un attestato di fiducia nel progetto e nelle persone, che dobbiamo dimostrare di meritare e saper onorare. La nostra priorità, insieme alla salute e alla sanità pubblica, è la sicurezza del territorio. Costruiremo una relazione costante con le comunità coinvolte, improntata su collaborazione e responsabilità.

Si aspettava questo successo?

Speravo di farcela e ho lavorato per questo. La dimensione del risultato è stata però oltre ogni aspettativa. Credo che il lavoro di questi anni, amministrativo e politico, abbia avuto un importante riconoscimento. Ho cercato di fare del mio meglio, con impegno, responsabilità, serietà. Penso di essere una persona con una buona capacità di ascolto, rispettosa e capace di collaborare. Ho scelto una politica fatta di parole gentili, non urlata, senza attacchi all’avversario, in cui lo “scontro” è sui contenuti, mai sulle persone. Non ho mai risposto a haters e insulti e credo che questo sia un elemento importante nel risultato. Sono convinta che abbia inciso molto anche il fatto di essere una donna.

Infatti il voto femminile l’ha premiata: come donna quali istanze porterà avanti con maggior forza?

Cura delle persone, servizi, qualità della vita, diritti, libertà, cultura e istruzione. Ma anche politiche che a una lettura superficiale possono apparire più distanti. Servono sguardo allargato, empatia, meno aggressività e più capacità di ragionamento. Penso alla ricostruzione con una visione diversa, sostenibile e includente, che parla di economia, ambiente, professioni, innovazione.

Lei è conosciuta e amata anche dai cittadini stranieri. Come vede la strada dell’integrazione?

Ho cercato di fare il mio dovere nei confronti di tutti, a prescindere dalla provenienza o da elementi di diversità. Ritengo inaccettabile e pericoloso strumentalizzare un tema così complesso e delicato. Possiamo avere idee diverse, ma una persona in mare o in difficoltà va salvata. Siamo un paese con una forte denatalità, occorrono persone giovani che scelgano l’Italia per i loro progetti di vita e professionali. Le aziende, in ogni settore, faticano a trovare collaboratori. In un futuro molto prossimo alcune competenze rischiano di scomparire. Le politiche di inclusione sono uno degli strumenti più forti anche in materia di sicurezza. Su questo tema, come su quello ambientale, serve una maggiore assunzione di responsabilità collettiva, per spiegare la situazione a chi ha meno strumenti e più paure e per respingere un’idea di paese spaventato e sulla difensiva.

Appena siederà in Consiglio Regionale quali saranno le sue priorità?

Il programma di De Pascale è chiaro, ben costruito e facilmente leggibile. Propone una visione di futuro della nostra Regione e azioni concrete per costruirla. Si diceva della ricostruzione e della salvaguardia dei nostri territori e della sanità pubblica come priorità da declinare fin dalle prime azioni. Parlare di sicurezza, del territorio e delle persone, significa costruire politiche trasversali che contengano un’idea e un progetto culturale, sociale ed economico, vuol dire parlare di imprese, di diritti, di scuola, di ambiente, di welfare, di innovazione.

Barbara Fichera