L’Istituto Oncologico Romagnolo ha visto un significativo coinvolgimento delle comunità locali nel weekend della commemorazione dei defunti, con un’importante risposta dei volontari e dei cittadini. Le donazioni, raccolte in cambio di targhette commemorative, sosterranno progetti di ricerca per un futuro libero dal cancro.

Il successo della raccolta fondi dello Ior

Per il weekend della commemorazione dei defunti, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha chiesto uno sforzo di presenza e di impegno a tutti i volontari che, a vario titolo, dedicano ad un futuro sempre più libero dal cancro ciò che di più prezioso possiedono: il proprio tempo.

Il “popolo” dello IOR ha risposto come sempre in maniera generosa: tanti erano infatti i banchetti che proponevano, fuori dai cimiteri, le targhette in memoria a fronte di una piccola donazione a sostegno della ricerca scientifica. La Romagna ha confermato di apprezzare un’iniziativa che trasforma il ricordo dei propri cari che non ci sono più in un gesto concreto a salvaguardia della vita e della speranza dei pazienti oncologici che lottano ogni giorno: sono stati in totale infatti 120.000 gli euro raccolti in totale per questa occasione. 

Una cifra importante, che quantifica lo sforzo dei volontari dello IOR e conferma quanto il territorio creda nella missione della organizzazione non-profit fondata nel 1979 dal prof. Dino Amadori, verso un futuro sempre più libero dal cancro.

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La grande risposta della provincia di Ravenna: tra il capoluogo, Faenza e Lugo raccolti 43mila euro

Andando nello specifico delle singole province, Ravenna si è distinta in maniera particolare: sono stati 43mila gli euro raccolti solo tra la città bizantina, Lugo e Faenza, distribuiti sui tre comuni in maniera sostanzialmente equanime.

Senza dubbio un risultato di rilievo che precede un altro importante appuntamento per il calendario solidale del territorio.

 Giovedì 21 novembre il Ristorante “La Campaza” ospiterà infatti il “Charity Dinner IOR” di Ravenna, tradizionale appuntamento a sostegno dei progetti che l’Istituto porta avanti in collaborazione con l’Ospedale “Santa Maria delle Croci”.

In particolare, quest’anno come buona causa è stata scelta la prevenzione e la diagnosi precoce: tutto il ricavato dei contributi che arriveranno dalla serata sarà utilizzato per dotare il reparto di ginecologia, diretto dal dott. Francesco Catania, di un innovativo ecografo in grado di identificare le lesioni anche in fasi molto precoci, per tumori femminili sempre più curabili e terapie sempre meno impattanti sulla qualità di vita delle donne che ricevono questo tipo di diagnosi, 1500 ogni anno solo in Romagna.

Insieme al dott. Catania interverranno, nel corso della cena, altri due professionisti che portano concretamente avanti la missione della prevenzione presso il “Santa Maria delle Croci”: il prof. Ignazio Stanganelli, responsabile della Skin Cancer Unit dell’IRST IRCCS, e la dott.ssa Dolores Santini, primario del Centro di Prevenzione Oncologico.

Due realtà storicamente amiche dello IOR, legate all’attività dell’Istituto da varie esperienze di sensibilizzazione riguardo l’importanza della diagnosi precoce rispettivamente nell’ambito del melanoma e del tumore al seno.

L’impegno dei volontari IOR e i donatori come “custodi del futuro”

«Stiamo chiedendo uno sforzo significativo di presenza ai nostri volontari e di supporto ai nostri sostenitori – spiega il direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – ed è un piacere riscontrare come né l’uno, né l’altro siano venuti meno.

Credo che il motivo sia da ricercare nel modo in cui riusciamo a reinvestire questa fiducia sul territorio, per far avanzare la ricerca che porta al letto dei pazienti gli studi più promettenti nel più breve tempo possibile e per mantenere le nostre strutture di cura come reparti d’eccellenza riconosciuti a livello nazionale, senza dimenticare ovviamente l’assistenza gratuita alle famiglie che vivono sulla propria pelle un’esperienza difficile come quella del cancro.

Per questo, tradizionalmente chiamiamo chiunque decida di trasformare il momento in cui si commemorano i propri affetti che non sono più tra noi in un’occasione di vicinanza concreta alla lotta contro il cancro un “custode del futuro”: attraverso un meraviglioso ricordo del proprio passato personale, si può contribuire ad un progetto importante per salvaguardare il domani di tanti. Un gesto non banale, quindi, che ha portato a un risultato straordinario».