È Patrizia Ruggeri la vincitrice del Premio Mariposa 2024. Istituito nel 2007 dalla Consulta del volontariato e delle associazioni della Romagna faentina, il premio va ogni anno a una donna residente nel territorio dell’Unione che si è distinta nell’ambito del volontariato.
Ruggeri, 60 anni ed ex poliziotta, ha fondato nel 2016 insieme ad alcune donne operate per carcinoma mammario l’associazione Fiori d’Acciaio, di cui ricopre da sette anni anche il ruolo di presidente.

Intervista a Patrizia Ruggeri

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Patrizia Ruggeri durante una delle attività di Fiori D’Acciaio

Ruggeri, come è nata Fiori d’Acciaio?

Prima ero un agente della Polizia di Stato, una professione che ho sempre svolto con spirito di servizio, puntando più sulla prevenzione che sulla repressione. Poi mi è stato diagnosticato un tumore al seno, che ho affrontato con un atteggiamento positivo.
Sia fisicamente sia psicologicamente ho reagito con forza, consapevole che potevo diventare un supporto per altre donne nella mia stessa situazione. Ho capito quanto fosse importante il sostegno reciproco: quando una di noi faceva la chemio, l’altra veniva e portava i pasticcini. Una volta guarite, abbiamo deciso di creare un gruppo di sostegno. Così nel 2016 è nata l’associazione che oggi conta una quindicina di volontarie, tra cui due con il tumore al seno metastasico, eppure molto attive. Oggi sono pensionata e ho più tempo da dedicare all’associazione.

Quali sono le vostre attività?

All’inizio ci concentravamo sul supporto emotivo e pratico alle donne operate. Col tempo, grazie alla generosità di tanti sostenitori, siamo riuscite a finanziare attrezzature per l’Ospedale di Faenza. Abbiamo donato, per esempio, bisturi al plasma di ultima generazione, ecografi e caschetti per la chemioterapia, che riducono il rischio di caduta dei capelli.

Come funzione l’attività di sostegno?

Quando a una donna viene diagnosticato un tumore al seno, insieme al referto i medici danno anche il mio recapito telefonico. È sempre un momento complicato, in cui le donne sono confuse, spaventate. I primi tempi sono in genere i più difficili: essendo anche noi passate attraverso la stessa esperienza abbiamo una grande empatia con le pazienti: il nostro è un rapporto di prossimità e vicinanza. A breve saremo anche in grado di offrire un supporto psicologico professionale alle pazienti e ai loro caregiver sia a livello personale, sia con incontri di gruppo. Avremo presto a disposizione anche un’estetista in grado di fare tatuaggi ricostruttivi del capezzolo, coprendo noi i costi. Anche questo aspetto aiuta a sentirsi di nuovo se stesse dopo le operazioni.

Come contribuite alla prevenzione del tumore al seno?

Ogni anno organizziamo giornate di visite senologiche gratuite per donne fuori dalla fascia di screening (prima dei 45 anni e dopo i 74).
Lo facciamo con la collaborazione dei medici dell’Oncologia e della Diagnostica dell’ospedale di Faenza. Durante questi eventi, riusciamo a coprire tutte le richieste: quest’anno abbiamo effettuato 49 visite, tra cui anche quella di un uomo, perché, sebbene se ne parli poco, anche agli uomini può svilupparsi il tumore al seno.

Quali sono le difficoltà?

La burocrazia è spesso un ostacolo, anche per le donazioni. Tuttavia, il nostro impegno è costante. Siamo in crescita e finalmente, dopo anni di ospitalità presso Cosmohelp e la sede della Consulta del volontariato, avremo una sede fissa nostra in via Castellani, grazie ai locali messi a disposizione dalla curia diocesana. Questa nuova casa sarà un luogo di accoglienza e punto di riferimento per le attività dell’associazione.

Cosa è per lei il volontariato?

È un’esperienza che arricchisce. Viviamo in un territorio, quello di Faenza, dove il volontariato è molto attivo, un valore aggiunto prezioso che compensa laddove stato e istituzioni non arrivano. Chiunque può dare il proprio contributo.

Progetti futuri per “Fiori d’Acciaio”?

A breve inaugureremo la nostra nuova sede, che sarà un punto di accoglienza per tutte le donne che cercano supporto e base operativa per le nostre attività. Proseguiamo anche con le raccolte fondi: a dicembre ripartiremo con la vendita di panettoni, un appuntamento fisso per noi. Stiamo anche programmando un corso di formazione avanzata in collaborazione con l’università, per ampliare le competenze delle volontarie in ambito sanitario, legislativo e burocratico.

Come vive il rapporto con le donne che aiutate?

Ogni donna ha la sua storia e affronta il percorso di cura in modo diverso. Noi cerchiamo di essere un punto di riferimento, di ascolto e di supporto. La medicina ha fatto enormi progressi e le terapie negli anni sono cambiate.
Oggi sono più mirate e leggere, ma il bisogno di sostegno emotivo resta forte. Per questo è importante far capire alle donne che non sono sole, che c’è sempre una luce in fondo al tunnel. Il nostro messaggio è che, dopo il tumore al seno, si può tornare a vivere pienamente, e che insieme possiamo superare ogni sfida.

Barbara Fichera

La Festa del Volontariato sabato 23: Premio Mariposa, stand e incontri

Sabato 23 novembre, la Palestra Lucchesi di Faenza ospiterà la Festa del volontariato 2024. La giornata, organizzata dalla Consulta del Volontariato e delle Associazioni della Romagna Faentina, sarà un’opportunità per ringraziare coloro che si sono distinti durante l’anno e incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini. Le attività avranno inizio alle 15.00, con l’apertura degli stand. Le autorità locali daranno il loro saluto, e sarà consegnato il Premio Mariposa, un riconoscimento speciale a una volontaria per l’impegno e la dedizione al servizio della comunità. Alle 16.00 seguirà la presentazione dei lavori in Unione, dedicato alle nuove iniziative delle associazioni giovanili, che avranno l’occasione di esporre i loro progetti. Seguirà alle 17.00 un breve dibattito guidato, durante il quale le associazioni potranno confrontarsi e scambiare idee sulle attività future e sulla collaborazione tra gruppi diversi. La giornata si concluderà alle 18.00 con un aperitivo accompagnato da musica.