Giovedì 7 novembre nella sala don Bassetti (Centro parrocchiale in piazza C. Battisti 9) a Modigliana si è svolto l’incontro con il vescovo e con tutti gli operatori pastorali: catechisti, animatori e capi scout, volontari Caritas, per la liturgia e per le attività missionarie.
L’esperienza di Tredozio
Ha iniziato a raccontare la sua esperienza di catechista a Tredozio Mario Nannini, accennando anche al gruppo di giovani che opera nel dopo Cresima, che si ritrovano la domenica sera dalle 20.00, in teatro. Una domenica si è una no sono previste uscite col parroco don Massimo. Il gruppo sta facendo un percorso su Abramo. Andrea Villa ha parlato a nome dei catechisti di Modigliana, circa una decina. Fra le sue osservazioni, il cenno a domenica scorsa: «Avevamo un bel gruppo di bambini al catechismo. Purtroppo, l’80-90% dei genitori ha aspettato fuori, senza partecipare alla Messa». A Modigliana, anche gli scout durante le loro attività fanno percorsi di catechesi. Gli scout fanno anche loro Catechismo al sabato pomeriggio, durante le loro attività. Facendo cenno al testo di iniziazione proposto dal vescovo Mario, il parroco don Marco ha proposto di fare incontri con i genitori, mettendo in campo dialoghi sulla fede. Il Vescovo ha poi chiesto: «Cos’è rimasto del Sinodo dei Vescovi?» Don Massimo Monti ha risposto che, nel suo caso, per poter fare attività con i giovani bisogna avere anche gli spazi. «A San Valentino – ha detto – con il terremoto è venuto giù tutto». Il vescovo ha quindi introdotto la proposta del ministero del catechista. Don Marco ha spiegato che dopo il Covid la sezione del dopo Cresima in pratica si è persa, non c’è più. Ora vi è un gruppo ridotto, e nonostante questo si cerca di proseguire.
Gli scout, presenza attiva
Per gli scout è intervenuto Luigi Liverani. Partendo dalla festa dei 100 anni di presenza ha ricordato «la bella giornata con il vescovo Mario quest’estate. La presenza scout riguarda anche la parrocchia, e i ragazzi del reparto hanno organizzato incontri con testimonianze. E i più piccoli hanno reso accogliente la loro “tana”, cioè il lugo di ritrovo. I festeggiamenti del centenario finiranno con la Veglia di Natale. «La nostra felicità – ha sottolineato Liverani – è anche fare felici gli altri». Sono 121 gli scout, con 20 capi under 30. I capi adulti sono esperienza viva per i capi più giovani.
Serve una catechesi più strutturata
Monsignor vescovo ha sottolineato che «Con i più grandi ci vuole una catechesi più strutturata, i giovani oggi vivono in un contesto più fluido, più utilitarista, più egoista, dentro le singole persone bisogna arrivare a qualcosa di più strutturato. La Chiesa è considerata vecchia, che non sa parlare ai giovani. Anche i cattolici a fronte di alluvioni, terremoto, spopolamento, sappiano andare alle cause dei problemi e trovare soluzioni, arrivare a farsi sentire nelle Amministrazioni. Bisogna che i giovani investano sulla formazione di alto livello, per esempio nel diritto ecclesiastico. Perché, ad esempio, nel rapporto fra scuola paritaria e scuola statale sorgono dei problemi. Pochi difendono la scuola cattolica e nella scuola statale non si può fare catechesi. La scuola statale è aconfessionale. I cattolici devono testimoniare bene il loro valore, perchè siamo in una società multireligiosa. Il dialogo si fa con persone che conservano la propria identità, non con uno che deve rinunciare alla propria identità».
L’impegno della Caritas
Nel corso dell’incontro si è fatto cenno anche all’aspetto caritativo. La Caritas è presso la canonica e c’è collaborazione fra parrocchie. Il parroco distribuisce alimenti che reperisce anche da privati. Si aiutano gli stranieri, si cerca di farli andare a scuola, si collabora con gli assistenti sociali e i servizi sanitari, e i rappresentanti delle varie nazionalità: asiatiche o africane e si cerca di fornire informazioni su interventi, agevolazioni del Comune e di vari enti. Di fronte al declino demografico con solo 2 nati nel 2024 si plaude all’arrivo di brasiliani, giovani che sembra intendano rimanere in paese. Anche per il lavoro si inizia a sentire la crisi.
Il Punto amico al centro parrocchiale
Graziella Leoni ha parlato del punto di ascolto chiamato Punto amico al Centro parrocchiale. Qui vengono soprattutto donne che cercano lavoro e soldi. La Confraternita della Misericordia offre alloggio, paga bollette e gestisce un cimitero, mentre la San Vincenzo raccoglie fondi per pagare bollette ai bisognosi. Gli Amici di don Giulio hanno una sede di proprietà e fanno la loro parte. Nelle necessità intervengono l’una o l’altra associazione, poi la Caritas diocesana o quella di Forlì. Anni fa esisteva anche un tavolo cittadino di confronto fra le varie realtà, poi sospeso per Covid e alluvioni. Il sindaco ha promesso di rimetterlo in opera. Esiste uno sportello di scuola d’italiano, uno per la sanità, una bottega del commercio equo e solidale, la distribuzione di viveri a breve scadenza, carne verdure e frutta. Il gruppo Volontari Madonna del Cantone cura invece l’animazione per anziani per la casa di riposo. Il lavoro si trova per bassa manovalanza. Mentre a Modigliana, trovare casa è un problema. C’è grande diffidenza nell’affittare. Per gli operatori liturgici, ha preso la parola Michelangelo di Tredozio. Per gli operatori missionari, ha raccontato le attività della sezione di Modigliana e del Comitato di Amicizia, il responsabile Luigi Tomba. «Grazie per tutto il bene che fate – ha concluso monsignor Toso – Mettendo al primo posto Dio, si impara come amare e servire meglio».
Roberta Tomba