Venerdì 18 ottobre in municipio a Fusignano il prefetto di Ravenna ha conferito la medaglia d’onore agli eredi di Domenico Paladini, deportato nei lager nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Alla cerimonia erano presenti anche la vicesindaca e delegati della sezione locale di Anpi.
A ritirare il titolo onorifico erano presenti la figlia Giuditta Paladini, i nipoti Emanuele ed Emiliano Binelli e il genero Mario Binelli.
La Repubblica italiana riconosce a titolo di risarcimento soprattutto morale la medaglia d’onore ai cittadini italiani militari e civili deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Domenico Paladini, deceduto nel 2003, era nato il 12 novembre 1912 a Carpegna.
Da giovanissimo ha fatto il garzone per una famiglia di Piangipane, occupandosi di condurre le vacche della famiglia ravennate al mercato del bestiame di Carpegna, a piedi.
Nel 1933 ha fatto la leva militare a Bologna, mentre nel 1935 è partito per l’Abissinia, dove non ha preso parte alla guerra, ma occupandosi del presidio armato dei territori occupati.
Tornato nel 1937 a Carpegna, è stato richiamato alle armi nel 1939. Nel 1940 è stato inviato sul fronte greco-albanese, dove è rimasto fino all’armistizio del 1943. Arresosi con i suoi commilitoni ai tedeschi, è stato inviato in un campo di lavoro a Breslavia, in Polonia, dove si costruivano vagoni ferroviari.
Giudicato non abile al lavoro dopo un anno di internamento, si è salvato dai lager in quanto fu affidato a una famiglia del paese che conduceva un forno. È rientrato in Italia dopo circa quattro mesi dalla fine della guerra.
Nel dopoguerra si è trasferito a Madonna dei boschi (vicino ad Anita), dove ha fatto il bracciante agricolo; sposato con Giovanna Coatti, da cui ha avuto la figlia Giuditta.
Ha passato 108 mesi della sua vita sotto le armi (circa 9 anni).
Non ha mai vissuto a Fusignano, dove invece risiede il nipote, che si è occupato delle pratiche per il conferimento della medaglia.