Era tutto pronto per una grande giornata di festa. Le sale ristrutturate, i gadget personalizzati di ringraziamento per donatori e volontari, gli anziani pronti a riprendersi i loro spazi del centro diurno. Con un tempismo beffardo, mentre si stavano limando gli ultimi dettagli di pulizia per l’inaugurazione, la nuova alluvione ha spazzato via tutto questo, lasciando dietro di sé ancora una volta fango, distruzione e sconforto. Ma la giornata di festa si farà lo stesso: perché è giusto rivedersi, dirsi “grazie” per quanto si è fatto finora e trovare assieme la forza per ripartire, ancora una volta. Domenica 20 ottobre a partire dalle 10 è confermato l’evento del centro diurno “Francesca Cimatti” in via Pantoli in Borgo a Faenza, per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla risistemazione della struttura dopo le prime due alluvioni. Per l’occasione sarà presente anche il vescovo, monsignor Mario Toso e l’Amministrazione comunale.

Un’occasione per ringraziare i donatori, nonostante la nuova alluvione

centro cimatti andrea bertoni

Il centro diurno Cimatti è uno spazio che offre supporto e assistenza ad anziani

Testa, cuore e mani si sono dati da fare, in questi mesi, per affrontare la sfida dell’alluvione. Dai volontari che, da tutta Italia, hanno preso in mano pale e badili per rimuovere il fango fino alla Caritas Ambrosiana, fondamentale nel coordinare e supportare, anche economicamente, i lavori. E poi tutta la grande onda di solidarietà che è partita per far ripartire uno spazio importante per un quartiere ferito. Il centro Cimatti, di proprietà della parrocchia di Sant’Antonino e gestito dalla cooperativa L’Alveare, offre assistenza e supporto a persone anziane e ospita anche alcuni appartamenti. Il centro diurno è accreditato per 14 posti con Ausl e servizi sociali su una capienza complessiva di 24 posti. Al momento, grazie all’Amministrazione, gli anziani del centro sono stati ospitati presso la residenza Il Fontanone, in attesa della riapertura. Frutto di una donazione, la struttura ha 25 anni di vita ed è molto importante per la socialità del Borgo. «In un certo senso l’origine della nostra cooperativa arriva da lì – ricorda il presidente dell’Alveare Andrea Bertoni – e rappresenta un punto di riferimento per il territorio, molte persone non vedevano l’ora di poter tornare a utilizzare questi spazi di socialità.
Per questo sentiamo di dover fare tutto il possibile per ripristinare il centro Cimatti, anche dopo questa nuova alluvione».

pulizia

Si stimano circa 200mila euro di nuovi danni: “Prioritario ora mettere in sicurezza il quartiere”

Come a maggio 2023, anche a settembre scorso la solidarietà non è mancata. Tanti i giovani arrivati a dare una mano e un primo segno di speranza. Ma ora che gli strati di fango non ci sono più, si guarda al futuro. Percorrendo i corridoi ed entrando nelle stanze, sembra invece di essere tornati indietro nel tempo, a 16 mesi fa. Le stesse immagini: porte sventrate della furia dell’acqua, infissi distrutti e soprattutto caldaia e ascensore messi fuori uso. La conta dei danni è partita. «Sebbene questa alluvione sia stata più limitata rispetto al 2023 – commenta Andrea Bertoni -, abbiamo avuto comunque l’interrato del tutto sommerso e circa mezzo metro di acqua al piano terra.
Per fortuna, le sale non erano ancora arredate con i nuovi mobili. Se per le prime alluvioni l’importo complessivo dei danni è ammontato a 450mila euro, qui ipotizziamo di arrivare a 150-200mila, risorse che ancora una volta dovranno essere trovate, perché da soli non ce la faremo». E la ricostruzione deve andare di pari passo con la sicurezza, da qui l’appello alle istituzioni. «Devono essere fatti i lavori sul Marzeno – spiega Bertoni – altrimenti rischiamo di essere di nuovo da capo». La volontà però è una sola: rimboccarsi le maniche e riaprire il centro con un’inaugurazione. Questa volta per davvero.

Il programma

Alle 10 l’intervento delle autorità e la benedizione del vescovo Mario Toso. Alle 11 ci si sposterà per la messa nella vicina chiesa di Sant’Antonino. Alle 12 ringraziamenti ai donatori e a seguire il pranzo nei locali parrocchiali.