Nelle zone rosse del bagnacavallese si lavora senza sosta: Traversara, Boncellino e Villanova sono in ginocchio, distrutte dalla violenza dell’acqua. Davanti alla chiesa di Traversara è stato organizzato un quartier generale per la prima assistenza tra cui beni di prima necessità e prenotazione dei pasti. Dal weekend c’è anche una postazione mobile dell’Ausl Romagna con medici, psicologi e infermieri, oltre alla possibilità per residenti e volontari per vaccinarsi contro il tetano, perché anche le emergenze sanitarie sono dietro l’angolo. Da giorni sindaco e giunta attuali e delle passate legislature sono sul campo, mescolati a popolazione colpita e volontari a supporto delle operazioni di soccorso.
Intanto il 22 settembre hanno fatto un sopralluogo ai territori colpiti Irene Priolo, presidente facente funzioni della Regione Emilia-Romagna, commissaria all’emergenza e il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, che coordina le attività del Ccs (Centro Coordinamento Soccorsi). A Traversara è stata perimetrata una zona con case lesionate. Qui il 21 settembre il vescovo monsignor Mario Toso ha incontrato la popolazione. Nella zona rossa, i Vigili del Fuoco stanno procedendo con i rilievi negli edifici. Le operazioni sono condotte dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile con l’aiuto delle Colonne Mobili di Lombardia e Trento e Vigili del Fuoco. Continuano anche grazie all’aiuto di centinaia di volontari le attività di pulizia delle case: rifiuti e detriti vengono progressivamente recuperati da Hera, che ha iniziato la pulizia delle fognature nelle aree più sgombre di Traversara. Stesso discorso per le vie Muraglione e San Gervasio, a Boncellino, colpita per la terza volta dalle acque del Lamone, mentre a Villanova sono in funzione undici pompe per rimuovere l’acqua dai campi e dalle case della zona di via Cocchi, e via Viazza Vecchia e Nuova.
Il punto con Francesco Ravagli, assessore ai lavori pubblici del comune di Bagnacavallo
Ravagli, a che punto siamo con la macchina dei soccorsi?
Stiamo lavorando a pieno ritmo, grazie anche alle colonne mobili della protezione civile, mentre i vigli fuoco stanno dando una grande mano per ripulire la frazione e cercare di gestire questa emergenza. Nel weekend sono arrivati tantissimi volontari, ma il lavoro che resta da fare è enorme. Nella parte più prossima alla rotta del Lamone, dove i danni sono stati più consistenti, il lavoro dei soccorsi risulta più complicato. Al momento nella zona rossa può accedere solo chi ne ha preparazione competenza.
Le immagini del ‘tappo’ davanti al ponte ferroviario di Boncellino girate da un drone di Condifesa Ravenna sono rimbalzate sui network nazionali. Mentre si muove la Procura, per accertare mancanze e responsabilità, pare però che ci siano problemi a monte.
La struttura non è adeguata per gestire le quantità improvvise e straordinarie di pioggia. Il ponte ferroviario è basso rispetto agli argini, senza contare che c’è un pilone nel bel mezzo dell’alveo del fiume. Con una piena importante, un ponte antiquato come quello non aiuta certo a fare defluire l’acqua.
Quindi sapevate che era un problema: cosa avete fatto per risolverlo?
Già dall’anno scorso abbiamo posto il tema di quel ponte agli organi competenti, Ministero e Rfi in primis, ancora prima della nomina della Struttura commissariale. Poi, insieme al Comitato dei cittadini alluvionati di Boncellino abbiamo appoggiato la loro raccolta firme, che ha raccolto ampi consensi anche tra i non-alluvionati per rendere nota la questione. Il letto di un fiume va analizzato da monte a valle, ma è la struttura commissariale a dover esprimersi e dare risposte precise sull’effettiva pericolosità del ponte e mettere a disposizione le risorse per interventi mirati.
E che risposte avete ottenuto?
Nessuna. Anche nell’ultimo periodo le risposte da Roma sono state poche e, in generale, non abbiamo avuto un grande supporto dal Governo, a differenza di Provincia e Regione con cui c’è stata una grande collaborazione.
In questi giorni, a parte le autorità provinciali e regionali, è arrivato qualcuno della struttura commissariale o qualche politico da Roma?
No, non si è visto nessuno. E’ venuta però l’Onorevole Bakkali, parlamentare del nostro territorio.
Diversa la situazione di Traversara.
Sì, lì la tracimazione è iniziata in tarda nottata ed è proseguita per gran parte della mattinata, come è successo a Boncellino l’anno scorso. Il fiume ha eroso l’argine fino a quando si è rotto in punto. Senza contare che anche a Traversara il ponte ciclopedonale costruito durante la guerra, è totalmente inadeguato. Anche questo ha dei piloni centrali che possono facilmente fare da tappo. Abbiamo chiesto risposte alla struttura commissariale.
Insomma infrastrutture vecchie e inadeguate. Sono così tutti i ponti del territorio?
No, non tutti. A Villanova il ponte è stato costruito qualche decennio fa: concepito in maniera moderna, pensando al futuro.
Anche Villanova si è allagata però.
Sì, ma era inevitabile. A Villanova è arrivata l’acqua fuoriuscita a Traversara, poi si è incanalata nelle reti di scolo che ovviamente non sono in grado di sostenere la quantità d’acqua contenuta in un fiume. Non è nemmeno la loro funzione.
Com’è l’umore tra la gente?
Noi speriamo di risollevarci il prima possibile e ringraziamo per gli aiuti che arrivano da ogni parte d’Italia. Abbiamo bisogno di tutti. Traversara è devastata, i cittadini delle tre frazioni comprese Villanova e Boncellino sono in ginocchio. Per molti di loro si tratta della terza alluvione. In tanti avevano appena finito di sistemare casa: è chiaro che le persone sono provate fisicamente ed emotivamente. Poi ci sono i danni all’agricoltura, così fondamentale per il nostro territorio: sono tante le aziende colpite.
Barbara Fichera