L’inizio della scuola è alle porte ma l‘anno scolastico parte in affanno per i ritardi nelle operazioni di nomina di insegnanti e personale Ata. La denuncia viene da Cisl scuola Romagna. Tra istituti comprensivi e superiori, in provincia si parla di 44 scuole. Tutte devono fare i conti con ritardi nelle nomine, posti vacanti sia del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) sia docente e anche di qualche dirigente. Il calo demografico ai minimi storici si sta facendo sentire, con la perdita delle prime classi che se nelle primarie è ormai presente anche con formazioni di pluriclassi, da qualche tempo sta arrivando anche alle medie.
“Quasi 6mila le domande arrivate e tutte da processare”
«Da marzo eravamo in attesa dei bandi per il rinnovo di diverse tipologie di graduatorie: Ata 24 mesi, Terza fascia d’istituto Ata, Gps (Graduatorie provinciali di supplenza) docenti. Tutti sono stati banditi tra la fine di maggio e giugno mettendo in moto migliaia di lavoratori precari interessati all’invio telematico delle domande. L’inoltro così massiccio delle domande ha causato, per le segreterie delle scuole, un aumento considerevole di lavoro nei mesi estivi» spiega Fiorella Martini di Cisl scuola. Di fatto, ciò che si faceva di solito in primavera, i rinnovi delle supplenze temporanee brevi, è stato fatto in giugno. Quasi 6mila le domande arrivate e tutte da processare. «La Prima fascia Ata dei 24 mesi – aggiunge Martini – ha atteso la nomina in ruolo che è arrivata solo a fine agosto, ma mancano le nomine annuali a tempo determinato. Da quelle disponibilità di quasi 250 posti, infatti, nei vari profili Ata sono stati immessi in ruolo 49 collaboratori scolastici, 19 assistenti amministrativi e quattro assistenti tecnici». Stando ai dati del sindacato nazionale, le nomine in ruolo coprono solo un terzo dei posti liberi, a causa della limitazione posta per legge alle assunzioni, possibili solo nei limiti del turn over.
I ritardi delle nomine
Neppure le nomine annuali dei docenti sono partite. Tra le cause il fatto che si è tergiversato sui bandi per il rinnovo delle graduatorie, che avviene ogni due anni per le Gps e tre anni per la Terza fascia Ata. «Avevamo proposto un possibile slittamento di un anno, almeno per la Terza fascia Ata ma non è stato ritenuto opportuno farlo anche perché molti lavoratori l’attendevano per uno spostamento di provincia o per un nuovo inserimento», segnala Martini. Le cause di questo ritardo generalizzato sono molteplici, tra queste l’immissione in ruolo dai concorsi Pnrr che non hanno ancora visto pubblicate tutte le graduatorie poiché alcune classi di concorso (che corrispondono alle varie materie di insegnamento) non hanno concluso le prove d’esame. Il Ministero dell’Istruzione ha previsto la validità delle assunzioni in ruolo fino al 10 di dicembre. Questo comporterà l’assunzione di supplenti di quelle classi di concorso fino all’arrivo dei docenti di ruolo.
Altra voce dolente è il sostegno. A fronte di un numero ben maggiore di bisogni) è stato assegnato solo il contingente dei ruoli, tutti coperti. Ma restano posti di organico da coprire, scontando però gli stessi limiti di cui sopra. «Si parte anche qui con la precarietà», ribadisce Martini. Poiché non tutti gli insegnanti individuati accetteranno le nomine, spiega la sindacalista. Queste rinunce innescheranno altre individuazioni che si potrebbero protrarre, e questo accade tutti gli anni, fino a dicembre.
Il calo demografico
Per ultimo il tema dei temi, il calo demografico che ha raggiunto i minimi storici e sta facendo sentire i suoi effetti non solo sulle scuole dell’infanzia e primarie soprattutto nelle campagne. «Il nostro Ufficio scolastico – precisa la sindacalista – mette sempre grande cura nel garantire il diritto allo studio degli alunni mantenendo il più possibile il numero delle classi ma la norma è chiara. Una classe deve avere 25 studenti. Si da origine a due classi solo oltre le 27/28 unità» e per le scuole superiori si possono avere classi anche più numerose. In sostanza, conclude la sua analisi Martini, la scuola è in grossa difficoltà e la richiesta è che il Ministero trovi soluzioni sulle modalità di reclutamento. Bisogna superare un sistema centrato solo sui concorsi per esami.
Marialena Forti