Un grande fazzolettone colorato che unisce Lecco a Faenza, per dare una mano, nel segno della fraternità scout. Un gruppo di giovani del gruppo scout Lecco 2 sono stati lo scorso weekend in città per dare una mano nella ripartenza dopo la terza alluvione subita in 16 mesi. Una storia nel segno della fraternità scout che nasce anni fa: nel 2021 il clan (giovani dai 16 ai 20 anni) del gruppo Valdilamone 1 è stato ospite di una famiglia di questo gruppo durante la propria route estiva lungo il “Sentiero del Viandante”, attorno al lago di Como. In questo modo gli scout brisighellesi hanno conosciuto Paolo, ora capo a supporto del clan del Lecco 2. Nei giorni scorsi, vedendo le “storie” pubblicate da un capo scout del gruppo di Brisighella che raccontavano l’alluvione a Faenza e in tutta la Romagna, Paolo si è subito mobilitato per chiedere informazioni. “In quei giorni con il clan avevamo in programma di essere a Bologna, ma l’incontro a cui dovevamo partecipare è poi saltato – racconta – allora abbiamo chiesto se potevamo dare una mano nella vicina Romagna alluvionata, con spirito di servizio per aiutare le persone”.

Gli scout di Lecco, coordinati dalla Caritas, sono stati al lavoro in Borgo e a Marzeno. “Nei racconti delle persone, scendeva qualche lacrima”

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Così, tramite il capo scout del Valdilamone, sono stati messi in contatto con la Caritas diocesana, che aveva appena allestito il proprio centro operativo alla parrocchia di San Domenico a Faenza. E senza perdere tempo si è passati dalle parole ai fatti: ci si arma di stivali e il clan Lecco 2 arriva così a Faenza. Coordinati dalla Caritas, gli scout di Lecco sono stati inviati nelle zone più colpite dall’alluvione: via Ragazzini e via D’Azeglio in Borgo e poi nella frazione di Marzeno. L’impatto è forte, quasi da scenario di guerra. Di fronte, strade ricoperte di fango, case al cui interno era stato distrutto tutto, persone che per la terza volta si ritrovavano in quella situazione. “È stata un’esperienza nuova per me, non è stato facile trovarmi di fronte alla realtà che avevo di fronte agli occhi, con tutto quel fango e case distrutte – commenta Anna -. Mentre davamo una mano, abbiamo parlato con diversi faentini. Ascoltavamo le loro testimonianze, e ad alcuni scendeva qualche lacrima nel racconto”.

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Per mangiare, il gruppo è stato ospitato dalla parrocchia di Sant’Antonino, che nella giornata di domenica ha servito ben 500 pasti ad alluvionati e volontari. Per dormire il gruppo si è appoggiato al gruppo scout di Massa Lombarda: anche questo era un legame che il Lecco 2 aveva creato nel corso degli anni scorsi, dopo un’attività svolta assieme in Romania. “Durante la sera abbiamo ascoltato anche testimonianze su come mai in questi mesi ci sono state così tante alluvioni in questa zona – racconta Paolo – . È stato un momento molto significativo. Ancor di più il giorno dopo, quando ci siamo trovati di nuovo di fronte agli argini rotti e alle case distrutte”.

“Quello che fai singolarmente sembra sempre poco, ma insieme a tanti, abbiamo cercato di ridare la speranza”

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“Mentre sei lì, a spalare via il fango, ti sembra sempre di fare poco – commenta Anna – il tuo lavoro ti sembra minimo di fronte a quelle case distrutte e a tutto quello che le persone hanno perso. Eppure, vedere in quelle strade così tanti volontari accorsi da tutta Italia, ognuno che dà il suo piccolo contributo, ridà la speranza. E anche i faentini, in quella situazione difficile, sono sempre stati molto accoglienti con noi. Ora ci dispiace tornare a casa e non poter restare a dare una mano. Sicuramente nei prossimi giorni i volontari caleranno, ma bisogna continuare a stare accanto a queste persone”.

Samuele Marchi