Lacrime di sconforto, abbracci fraterni e poi il lavorare fianco a fianco per togliere insieme tutto quel fango. Tre immagini rappresentative di come Traversara di Bagnacavallo cerchi di staccarsi di dosso l’incubo vissuto. Dalle parrocchie vicine è arrivato forte il sostegno di tanti amici e volontari che non vogliono lasciare sola questa piccola comunità. Tra i primi a mobilitarsi, il parroco di Reda don Alberto Luccaroni, don Claudio Bolognesi di Fusignano e don Tiziano Zoli di Solarolo, già parroco di Traversara dal 2010 al 2015. «Non posso dimenticare i miei cinque anni di parroco in questa comunità, in un momento così difficile – spiega don Tiziano -, perché i legami non solo spirituali restano nonostante i chilometri di distanza. Come dice san Paolo ai Romani ‘Il cristiano è chiamato a piangere con chi piange e a gioire con chi gioisce‘, ma anche, aggiungo io, a rimboccarsi le maniche». Ed è così che, tutti insieme, ci si è messi all’opera per dare una mano portando decine e decine di volontari dalle proprie parrocchie.

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La devastazione a Traversara. Foto G. Zampaglione

Don Tiziano a Solarolo ha vissuto in prima persona l’alluvione del maggio 2023 e si sta facendo promotore di una serie di iniziative a sostegno della comunità della frazione a cui è ancora profondamente legato. «Il centro pastorale di Solarolo è stato adibito ad accogliere gli sfollati. Venerdì siamo stati a Cotignola, dove ci ha dato una mano anche don Matteo Babini di Alfonsine. Poi abbiamo organizzato un gruppo parrocchiale di primo soccorso in aiuto di Traversara. Questo segno di vicinanza vuole essere un gesto per restituire concretamente ai miei ex parrocchiani un po’ di quell’affetto che hanno ancora per me ricordando il cammino fatto insieme».

L’ex parroco don Tiziano Zoli: “Non abbandoniamo il paese una volta che si saranno spenti i riflettori”

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Il vescovo Mario Toso lungo le strade di Traversara

Lunedì scorso il gruppo della parrocchia di Solarolo è arrivato in paese. Quello che i volontari hanno visto li ha lasciati senza parole. La voragine sull’argine è impressionante, e da lì il Lamone ha spazzato via un terzo del paese. Tornano alla mente i ricordi di quello che è successo a Solarolo 16 mesi fa: lo stesso odore di fogna, la stessa fatica nello spalare via il fango delle case, e la tristezza nel volto delle persone. «Ho ascoltato la testimonianza di una mamma e figlia che avevano preso casa da pochi anni acceso un mutuo. Ora non hanno quasi più niente» racconta don Tiziano. E la situazione per altri è ancora peggiore: l’intera casa di una famiglia, dopo i danni subiti, dovrà essere abbattuta. «Di fronte a quello che vedi sperimenti la forza della natura e l’impotenza di fronte ai tanti bisogni che la gente in questo momento ha» dice don Tiziano. Davanti a questo scenario non si rimane però impassibili: emerge dal fango il grande valore della solidarietà e della fraternità umana. «Non ti sei dimenticato di noi» si avvicina qualcuno a don Tiziano. E da lì incomincia un’altra storia che ridà speranza. «Con i miei ex parrocchiani sono stati abbracci inaspettati e commoventi – ricorda don Tiziano -. Ho sentito quello che il Papa ci ricorda essere l’odore delle pecore, a cui noi pastori dobbiamo stare al fianco». Come assistente ecclesiastico Coldiretti, don Tiziano sottolinea poi l’impegno e la fatica degli agricoltori, tanto nel salvare i propri campi quanto nel dare una mano a chi ha bisogno grazie ai loro trattori, «ricordiamoci della loro importanza sempre, e non solo durante eventi eccezionali. E non abbandoniamo il paese una volta che si saranno spenti i riflettori».

Giovani in soccorso di un mercatino speciale

Da Solarolo, con don Tiziano, sono andati anche due giovani catechisti: Letizia e Giovanni. Letizia aveva subito in prima persona l’alluvione 16 mesi fa e ora è passata “dall’altra parte” quella del volontario in soccorso. «In casa l’anno scorso ho avuto un metro d’acqua. So bene cosa si prova – dice Letizia -. Di fronte a quello che ho visto a Traversara, mi sono sentita fortunata, perché in questi mesi sono riuscita a ripartire. Era importante, ora, dare il mio contributo per l’aiuto che avevo ricevuto, e qui ho provato le stesse sensazioni di allora: il mettere mani e stivali nella melma, il condividere la fatica con gli altri per ripartire».

«Appena arrivati ci siamo divisi in squadre per dare una mano dove c’era bisogno – aggiunge Giovanni -. In particolare ci siamo soffermati in parrocchia, nello spazio dedicato al mercatino di solidarietà». Si tratta di uno spazio gestito da una quindicina d’anni da Angelo e Giulia (meglio conosciuti in paese come Angiulino e Giuglì, ndr), 94 anni lui e 92 lei, attraverso cui recuperano oggetti in disuso da rivendere a favore della parrocchia di Traversara e della Caritas parrocchiale. Ogni mattina erano a disposizione di questo servizio, che era anche luogo di ritrovo per l’intera comunità. Lunedì mattina, però, questo spazio non ha potuto aprire, sommerso dal fango. «Abbiamo reso lo spazio accessibile – spiega Giovanni – ma di lavoro ce n’è ancora tanto da fare. In questo contesto difficile, però, è stato bello vedere come le persone fossero pronte a dare una mano». Con l’augurio che Angelo e Giulia possano presto riaprire il mercatino della solidarietà.

Samuele Marchi