E’ diventato una delle figure-simbolo di questa terza alluvione. Sta facendo il giro del web in queste ore un video, con protagonista un anziano agricoltore insieme a decine di giovani volontari che spalano il fango nel suo orto di Modigliana. Protagonista è Riccardo Ceroni, un ottantaquattrenne del posto che tutti conoscono con il nomignolo di “Scherpa“, cioè Scarpa. Si tratta di un personaggio senza dubbio fuori dal tempo, perchè non possiede nè cellulare, nè telefono fisso e coltiva un orto lungo le rive del torrente che attraversa il paese. Insieme a lui gli “Angeli del fango” decine di giovanissimi accorsi da tutta la regione.
“Grazie a voi uno dei momenti più belli della mia vecchia esistenza”
“Mi levo il cappello davanti a voi – dice nel video ai giovani presenti -. Mio babbo è morto nel 1946, quando avevo sei anni. Perciò, quando mi sono affacciato e ho visto questa solitudine di macerie, ho detto: ‘babbo, dammi una mano!’ Non mi ha dato una mano – prosegue -, ma una foresta di mani. Grazie a voi siamo riusciti a fare tutto questo, uno dei momenti più belli della mia vecchia esistenza. I cattivi sono pochi, ma hanno molto potere e spero che la gente capisca che il sentimento che fa stare in pace, è l’amore”.
Il video, che ha già totalizzato quasi due milioni di visualizzazioni, è stato realizzato da Andrea Nonni (@dedepillo su Instagram), creator digitale che nella piattaforma ‘The pillow’ racconta storie di personaggi fuori dagli schemi. Una delle prime persone a condividerlo è stata la cantante solarolese Laura Pausini. “Questi sono i nostri nonni romagnoli – ha scritto sui social – sono così commossa di poter condividere questo video con voi e onorata di essere nata in Romagna“.
Riccardo Ceroni, l’origine del soprannome “Scherpa”
Ceroni deve il soprannome ad un aneddoto che risale alla prima infanzia. I soldi all’epoca erano pochi: avendo perso il padre in tenera età, la mamma aveva dovuto sobbarcarsi il peso della famiglia. Per questo fu costretta a comparagli un paio di scarpe di diversi numeri più grandi. Facile immaginare l’effetto sui compagni di classe. A scuola lo prendevano in giro, chiamandolo “scarpazzon” termine intraducibile in italiano. Da allora il soprannome lo ha accompagnato per tutta la vita.