“Dopo 16 mesi è arrivata questa nuova batosta, non ci voleva proprio. Sarà difficile superare anche questa nuova calamità“. A parlare è Ivano Contessi, 60 anni, che abita a Villanova di Bagnacavallo, in un terreno tra via Cogollo e via Cocchi situato a poca distanza da Traversara, l’epicentro di questa nuova alluvione. “Sono avvocato e anche imprenditore agricolo, con 19 ettari coltivati, di cui 2 a vigneto. E’ un podere di famiglia – spiega ancora Contessi – da cui ricaviamo uva Trebbiano che poi conferiamo ad Agrintesa. Ma non so proprio cosa potremo salvare quest’anno. Nei campi ci sono ancora 90 centimetri d’acqua ed è impossibile percorrerli anche a piedi, figuriamoci con i macchinari. Dovremo aspettare credo una decina di giorni prima di poter intervenire, ma sono poco fiducioso di poter salvare qualcosa. Questa è veramente una batosta difficile da superare, almeno stavolta abbiamo salvato i mezzi. Pensare che il grosso della vendemmia doveva partire mercoledì scorso”.
Ma non c’è solo il problema dell’uva impossibile da raccogliere. “Basti dire che avevo appena raccolto 8 ettari di semi di cicoria. Che erano stivati in sacchi per poterli poi conferire. Tutto perso, perché sommerso dall’acqua. E già nel 2023 avevamo perso tutto. Però il danno principale – sottolinea l’avvocato – riguarda la nostra casa colonica di circa 600 metri quadri. C’è voluto oltre un anno di tempo per poter fare asciugare i muri dopo l’alluvione del maggio 2023 e attualmente c’erano i muratori all’opera per ristrutturare la casa. Questo è forse il danno più importante, quello strutturale alle case. Con tutti gli impianti, a partire da quello elettrico, da rifare. Ora rischiamo di ripartire da capo. In pratica eravamo ancora ‘infangati’ dalla precedente alluvione che siamo di nuovo daccapo. Senza sapere su quali risorse potremo contare”.
Su questo fronte è facile allora pensare alle difficoltà nell’ottenere ristori, e soprattutto ristori adeguati ai danni subiti. “Occorre ribadirlo una volta di più – evidenzia con forza Ivano Contessi – c’è troppa, troppa burocrazia su questo fronte. I ristori, e le relative pratiche, si perdono in mille rivoli burocratici. Io ho ricevuto 5mila più 3mila euro tramite il Comune, ma si può facilmente immaginare che sono poca cosa, avendo dovuto buttare tutto il mobilio dopo il maggio dello scorso anno. Ma questo è niente, o quasi, se si pensa di dover fare fronte alla ristrutturazione della casa. Il grosso del danno economico è pagare le imprese che ristrutturano gli edifici alluvionati. E poi occorrerebbe anche risarcire il mancato raccolto, un danno enorme per tutti i coltivatori agricoli coinvolti nuovamente da questa calamità”.
Per fortuna, in momenti come questi, così come avvenne nel maggio 2023, si può contare sulla solidarietà. “E’ vero – conferma Contessi – la solidarietà da parte dei privati è veramente fantastica. Ci coccolano, ci portano i pasti a casa e si interessano se abbiamo qualche bisogno. Noi romagnoli in questo siamo ‘forti’, lo dimostriamo anche stavolta”.
Luca Suprani